Lollobrigida un uomo un perché: togli le farneticazioni sulla sostituzione etnica, togli le follie sul ceppo (che hanno fatto la fortuna della satira) toggli tre quattro parole per darsi un tono, patria, nazione, sovranità, pomodoro, rigatonic e Almirante, il resto è il vuoto.
E anche oggi questo personaggio incredibilmente ministro non ha deluso le aspettative.
«Siamo un governo diverso da quelli che ci hanno preceduto, garantiamo stabiulità. Noi dobbiamo togliere dallo scontro politico l’interesse nazionale, quello delle nostre imprese e dei nostri principi. Oggi in Europa siamo riconoscibili come lo sono le altre economie forti del Pianeta».
Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida nel suo intervento alla rassegna Fenix organizzata a Roma da Gioventù Nazionale. «Noi siamo fortemente europeisti – ha aggiunto – siamo i più europeisti di tutti. Ma l’Europa non ha viaggiato alla stessa velocità. Alla sua fondazione gli interessi erano gli stessi, si litigava per le stesse cose, l’energia, il carbone, l’acciaio. Nel tempo abbiamo avuto un’Europa che è andata a due velocità. Nello stesso consesso l’Italia ha avuto uno sviluppo diverso da altri. Nei primi anni’90 l’Italia era la quarta potenzia industriale. La Germania, fino al 1989 erano due, una dell’Ovest ed una dell’Est, che come tutto quello che è in mano ai comunisti era in condizioni disastrose, il cancelliere Kohl le ha rimesse insieme».
Lollobrigida sottolinea: «Sono passati 30 anni, tutti con le stesse regole in Europa, la Germania è prima e noi siamo in ginocchio. Ecco, loro hanno avuto la capacità di fare sempre l’interesse dei tedeschi, stessa cosa hanno fatto francesi e spagnoli. E i governi italiani? I governi italiani, specie quelli del Pd, andavano in Germania a fare gli interessi dei tedeschi, in Europa a fare quelli dei francesi, in Spagna quelli degli spagnoli, si dimenticavano solo quelli degli italiani. Oggi è finita: abbiamo un governo che riesce a fare gli interessi di questa nazione».
Oppure vanno a fare gli interessi dell’Ungheria, della Polonia. Forse dei balneari. Ma non degli italiani.
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