La destra europea ha incassato una sonora sconfitta all’europarlamento di Strasburgo, sulla cosiddetta legge per il ripristino della natura. In un’intervista al Corriere della Sera, l’ex ministro Andrea Orlando, esponente del Pd, ha parlato di quanto accaduto.
«E’ stata una giornata da segnare sul calendario sia per chi ha a cuore l’ambiente, sia per la politica europea. Il vero sconfitto è quel Ppe che immagina alleanze con i reazionari».
«L’Europa ha confermato il ruolo di leadership a livello globale. Fondamentale è l’affermazione dell’idea che agevolare l’inevitabile transizione non significa rinunciare al proprio patrimonio industriale e tecnologico ma rafforzarlo». Rispetto ai timori degli agricoltori «guardo con rispetto e non sottovaluto le preoccupazioni di chi è chiamato a mettere in atto cambiamenti molto profondi. Con loro vanno trovate soluzioni».
«Dire che i costi della transizione non devono essere scaricati sui lavoratori e sulle fasce più deboli della popolazione, come facciamo noi, è cosa ben diversa dal tentare di rinviare l’inevitabile – dice ancora Orlando – Il vecchio modello di agricoltura non è sostenibile, rischia il collasso. Davvero ideologico è raccontare che lasciando tutto così com’è si possa affrontare il futuro. Chi difende un vecchio modello economico non più in grado di reggere non difende la categoria di imprenditori che lo adopera ma, al contrario, la illude finché non verrà messa fuori dal mercato».
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