«Il salario minimo voluto dalla sinistra è un sistema vetero-socialista che abbassa il salario, non lo aumenta. Distrugge la meritocrazia e livella tutto in basso. Noi vogliamo che il lavoratore guadagni bene, non che si abbia lo stipendio tutti uguale come si faceva in Unione Sovietica». Musica e parole di Antonio Tajani, prossimo leader di Forza Italia e attuale ministro degli Esteri del governo Meloni, intervenuto all’Assemblea di Coldiretti.
Parole a cui sono immediatamente seguite le sdegnate reazioni delle opposizioni. «Non siamo in Urss. Argomentazione che nemmeno al bar» ha twittato Stefano Bonaccini. Parole simili quelle di Calenda. “Tajani ha detto un’imbecillità e sorpende che un ministro degli Esteri non conosca fatti fondamentali tipo che il salario minimo c’è in tutti i Paesi del G7, gli Usa sarebbero sovietici, la Francia è sovietica, la Germania ha aumentato il salario minimo più volte perché c’è un problema dell’inflazione” che colpisce le “persone più povere? Tutti i paesi europei e occidentali hanno il salario minimo. Quindi a parte la grave ignoranza di Tajani su cos’è il salario minimo a meno di voler dire che gli Stati Uniti sono neo-sovietici, c’è un tema di fondo” ossia quello di paghe orarie da “sfruttamento”.
“Tajani dice che non serve un salario minimo, ma un `salario ricco´. Ricco per chi? Per politici, parlamentari ed ex parlamentari, a cui hanno ripristinato tutti i vitalizi? A Tajani e Forza Italia lasciamo le battaglie per i soliti privilegiati, noi continueremo a lottare per quasi 4 milioni di lavoratori che non arrivano a guadagnare neanche 9 euro l’ora. Meritano rispetto e dignità”. Lo scrive il presidente del M5s, Giuseppe Conte, su Twitter.
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