Elly Schlein, segretaria del Pd, in una lunga intervista a La Repubblica ha parlato delle recenti elezioni in Spagna e di come potrebbero cambiare lo scenario europeo.
«Si apre un tempo nuovo per l’Europa, fatto di speranza e di concretezza. Perché alimentare le paure non è mai una buona scelta. L’onda nera viene fermata, e ne abbiamo le prove, quando la politica punta a risolvere i problemi delle persone. È valso a Madrid, varrà in futuro a Bruxelles e così a Roma».
«Viene sancita la sconfitta dei nazionalisti, che perdono quasi la metà dei parlamentari. Tramonta così il progetto dei popolari di dar vita a un governo con la destra estrema», dice la segretaria del Pd sottolineando che Sanchez «si è occupato dei diritti e delle esigenze dei cittadini: si è impegnato per il salario minimo dei lavoratori, ha limitato il ricorso ai contratti a termine, ha affrontato con serietà l’emergenza climatica, ha combattuto l’inflazione e il caro energia, sia per le imprese che per le fasce più povere».
Schlein ha poi parlato di salario minimo: «Abbiamo chiesto alla maggioranza di ritirare l’emendamento soppressivo della nostra proposta, sarà quello il segnale concreto. Rinviare non ha senso: abbiamo discusso in commissione Lavoro per quattro mesi, con tutte le audizioni e gli approfondimenti necessari. Sono pronti davvero al dialogo? Lo dimostrino».
«Faccio fatica a capire come si possano considerare slogan le condizioni di milioni di lavoratori e lavoratrici, noi siamo disponibili al confronto ma serve il ritiro dell’emendamento soppressivo, per un confronto sul merito». Lo dice la segretaria Pd Elly Schlein in conferenza stampa.
«La destra a questo punto è in grossa difficoltà. Al contrario», il salario minimo «è la prima proposta su cui l’opposizione si ritrova unita. una questione che riguarda 3,5 milioni di lavoratori sottopagati e che diventa `la´ questione. Abbiamo chiesto alla maggioranza di ritirare l’emendamento soppressivo, sarà quello il segnale concreto».
«Rinviare non ha senso: abbiamo discusso in commissione Lavoro per quattro mesi, con tutte le audizioni e gli approfondimenti necessari. Sono pronti davvero al dialogo? Lo dimostrino».
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