Complessi e gravi problemi ci circondano come non mai. Né si intravedono risposte adeguate e nemmeno la consapevolezza di volerle affrontare nel modo migliore.
Da anni scienziati e intelletti generosi ci avevano annunciato i gravi rischi della sfida climatica, a maggior ragione dopo la catastrofe del Covid. Anzi, in quel caso, dopo sbandamenti e confusioni iniziali si seppe reagire in modo progressivamente coordinato e unitario. Specialmente l’Italia seppe finalmente organizzare farmaci e strategie d’intervento che fruttarono non solo il risultato più importante, cioè il contenimento delle vittime, ma seppero fornire aiuto e indicazioni in favore dei paesi più disagiati e maggiormente colpiti.
Nonostante il dramma del cambiamento climatico sia conosciuto da tempo, purtroppo non può dirsi che la risposta sia stata adeguata e tempestiva. Intere regioni da Nord al Sud sono state colpite fortemente con riflessioni non di rado superficiali e la richiesta diffusa di proclamazione dello stato d’emergenza.
Analogamente risposte adeguate e rispettose della dignità dei migranti non riescono a maturare. Si registrano solo posizioni spesso velleitarie e discutibili, senza che si raggiunga un atteggiamento comune e in qualche modo davvero orientato verso una gestione unitaria e condivisa. Per molti versi si tratta del tema più angoscioso e disumano contro la dignità della persona – certo sempre difficile e complesso nella storia umana – che inevitabilmente non trova vere risposte con proclamazioni e velleitari rigori.
Solo Papa Francesco ogni domenica da Piazza San Pietro ci ricorda la gravità drammatica del problema. Ribadendo come solo attraverso la comprensione delle difficoltà, dell’urgenza di un recupero del riconoscimento della dignità umana e della ricerca continua di solidarietà e giustizia può affrontarsi il tema dell’immigrazione evitando finalmente che il Mediterraneo continui ad essere un cimitero.
Analoga la posizione di Francesco nel denunciare la guerra contro l’Ucraina e il dovere di affrontare con sempre maggiore serietà i grandi mali compiti contro la casa comune.
Tutto questo dovrebbe comportare per gli Stati e la politica nel suo insieme, la ricerca ininterrotta di un grande progetto per l’Europa e per raggiungere equilibri pacifici in tutto il mondo di cui purtroppo non si vedono elementi incoraggianti.