Salario minimo, il Pd al governo Meloni: "Traditori della patria, volete un'Italia precaria"

Salario minimo, Furfaro (Pd): «Sono traditori della patria, perché così va definito chi privilegia chi sfrutta i lavoratori e non vuole limiti allo sfruttamento».

Salario minimo, il Pd al governo Meloni: "Traditori della patria, volete un'Italia precaria"
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3 Agosto 2023 - 11.19


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«Hanno abolito il reddito di cittadinanza, definanziato completamente il fondo affitti, dicono no al salario minimo, estendono la platea dei voucher e la possibilità di usare contratti a termini». Lo afferma Marco Furfaro, componente della segreteria nazionale del Pd.

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«La ministra Calderone oggi conferma semplicemente l’idea di società che ha la destra di Giorgia Meloni: un’Italia piccola piccola, dove tante persone devono essere messe in condizioni di ricattabilità, quindi senza nessun aiuto dallo Stato, in modo che accettino condizioni di lavoro indecenti e a qualsiasi cifra per sopravvivere».

«Sono traditori della patria, perché così va definito chi privilegia chi sfrutta i lavoratori e non vuole limiti allo sfruttamento. Stanno costruendo un’Italia dove si dice al nostro sistema economico e produttivo di giocarsi la partita al ribasso sul costo del lavoro anziché su innovazione e qualità del prodotto imprenditoriale, è l’Italia della rendita e della precarietà, una presa in giro per gli italiani che ogni giorno faticano e mandano avanti il Paese».

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«La destra ha appena imposto con un voto in Aula la sospensione della discussione sulla proposta di salario minimo delle opposizioni unite. Milioni di lavoratrici e lavoratori poveri dovranno aspettare per vedere riconosciuto il loro diritto a un salario dignitoso». Lo scrive su Facebook Matteo Orfini, deputato del Partito democratico.

«Qualche giorno fa – aggiunge – avevano tagliato i progetti del Pnrr dedicati ai più fragili. Prima ancora avevano comunicato a centinaia di migliaia di famiglie povere la cancellazione del reddito di cittadinanza. Con un sms. È una guerra ai poveri, scatenata da chi ha anche il coraggio di definirsi ‘destra sociale’».

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