Reddito di cittadinanza, Orlando (Pd): "Il governo ha acceso il fuoco, è una violenza"

Rdc, Orlando (Pd): "Il fuoco l'ha acceso il governo abolendo il Reddito di cittadinanza e definendo occupabile chi ha più di 50 anni e magari vive in regioni con alta disoccupazione o ha basse qualifiche: una violenza".

Reddito di cittadinanza, Orlando (Pd): "Il governo ha acceso il fuoco, è una violenza"
Andrea Orlando
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4 Agosto 2023 - 12.08


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Reddito di cittadinanza, il governo Meloni accusa l’opposizione di soffiare sul fuoco della rabbia sociale ma, come ha ben spiegato in un’intervista al Piccolo l’ex ministro del Lavoro Andrea Orlando, esponente del Pd, le cose non stanno proprio così.

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“Il fuoco l’ha acceso il governo abolendo il Reddito di cittadinanza e definendo occupabile chi ha più di 50 anni e magari vive in regioni con alta disoccupazione o ha basse qualifiche: una violenza. E poi si è improvvisato scaricando il barile su Regioni e Comuni, che non sono pronti. Da ex ministro rivendico che nel Pnrr abbiamo ottenuto 4 miliardi per le politiche attive e mezzo per la formazione. Risorse che ora vanno spese”.

Quanto al salario minimo, Orlando è convinto che “lo vedremo in Italia. La contrattazione da sola non garantisce salari dignitosi se, pur coprendo quasi tutti i rapporti di lavoro, un quinto dei lavoratori è sotto la soglia di povertà. Usiamo il salario minimo per integrare la contrattazione. A questa evidenza non può sfuggire neppure la destra”.

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Nell’intervista si affronta anche il tema della riforma del fisco del governo, in questigiorni all’esame del Parlamento: per Orlando “indebolisce il principio di progressività e non aggredisce le grandi piattaforme digitali. Oggi bisogna ragionare sugli extraprofitti generati dalle crisi recenti in settori come farmaceutica, digitale, logistica ed energia. Serve una restituzione almeno parziale di queste risorse a famiglie e imprese”.

Osserva infine Orlando: “Il Pd si sta caratterizzando sul tema dei salari e mi auguro lo faccia presto sulle politiche industriali. Serve ritrovare sintonia con settori sociali che abbiamo perso. Il nuovo gruppo dirigente sta facendo un lavoro importante di posizionamento su alcuni temi. Ora serve un`iniziativa politica in tutto il paese, ma per questo serve anche una riforma organizzativa del partito”.

Alle prossime elezioni europee secondo l’esponente dem “dobbiamo intestarci la rappresentanza del lavoro e della lotta alle diseguaglianze contro una destra che parla di popolo, ma si schiera coi potentati. Le alleanze internazionali della Meloni sono poi contro gli interessi del paese su gestione dei flussi migratori e riforma del bilancio comunitario. Con il M5s bisogna uscire dalla costante ricerca di primogeniture per essere credibili. Per comprendere le vicende del Terzo polo, invece, ci vogliono competenze che non ho, ma c’è un pezzo di elettorato liberale e europeista che non si rassegna all’irrilevanza o a essere appendice della destra”.

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