Giorgia Meloni, chiacchiere e propaganda ma sul resto poco o nulla. «È sicuramente un fatto positivo che il governo abbia dovuto prendere atto che esiste il problema delle retribuzioni basse e della povertà del lavoro. Tutto questo la presidente del Consiglio lo ha sottolineato con forza». Ma «ci aspettavamo che si presentassero con una proposta concreta su cui confrontarsi. E invece non hanno fatto una traccia di proposta Evidentemente abbiamo colpito nel segno, la nostra proposta di legge sul salario minimo ha avuto una risposta concreta nel paese e ha costretto l’esecutivo a non chiudere la porta».
Lo dice Cecilia Guerra, responsabile Lavoro del Pd, in una intervista al Corriere della sera, all’indomani dell’incontro a palazzo Chigi tra governo e opposizioni sul salario minimo, a cui ha preso parte nella delegazione dem assieme alla segretaria Elly Schlein.
Quanto alla proposta avanzata da Meloni di coinvolgere il Cnel, «è una specie di tentativo di prendere tempo, di lanciare la palla in tribuna». «La premier ci ha chiamato a questo confronto, ha ascoltato i nostri interventi, ma non abbiamo fatto dei passi in avanti. Parliamo due linguaggi diversi» Quindi si può trovare una sintesi? «Lo vedremo. Meloni può ben decidere di coinvolgere il Cnel e attivare le competenze che ritiene opportune Ddi sicuro noi saremo sempre disponibili al confronto alla luce della proposta che il governo ci farà.
Ma non ci sono ragioni per recedere dalla nostra proposta», sottolinea Guerra, che prosegue: «Margini per una trattativa reale ci saranno solo se i rapporti di forza non si limiteranno soltanto alle aule parlamentari ma si svolgeranno con la sensibilizzazione del paese».
Conclude la responsabile Lavoro del Pd: «Andremo avanti con la nostra proposta, lanciamo una petizione per allargare il consenso nel paese». «Meloni non ha chiuso sull’idea generale di un salario minimo. Anche perché politicamente non sa come fare, visto che la nostra idea di salario minimo trova consenso nel paese».