I numerosi problemi del governo Meloni, le infinite gaffe e le promesse non mantenute, vengono maldestramente nascosti dalla destra sotto una coltre di polemiche sterili e vuote. Come quella nei confronti del commissario Ue Paolo Gentiloni. Intervistato da La Repubblica, Brando Benifei, capo delegazione del Partito democratico all’Europarlamento, ha parlato della questione. «Che errore il braccio di ferro continuo di Meloni con l’Europa. L’idea che l’Italia faccia la furba, in Ue, non paga».
«Parole scomposte e dannose, come quelle di Salvini. Il caso di Ita è emblematico: accusano la Commissione di un ritardo che non c’è, perché la procedura nemmeno è iniziata, e lo attribuiscono inopinatamente a Gentiloni che neanche ha la delega. Purtroppo Meloni si esprime con affermazioni non degne di una premier. Ha paura di perdere consensi».
Meloni dice anche che il Pd cerca il soccorso esterno per fare opposizione: «Ma non ci serve. Come ha detto Elly Schlein, basta chiedere agli italiani se dopo un anno di governo stanno meglio. La destra ha disatteso tutte le promesse, vivono di lotte di potere interne e scontri pre-elettorali, piuttosto che lavorare per usare al meglio le risorse del Pnrr. Risorse che non sono piovute dal cielo: sono il frutto di una battaglia politica che il Pd ha vinto».
La premier, rimandando la ratifica del Mes, ha parlato di `logica a pacchetto´: «Non ha senso perché il ragionamento dei pacchetti ha valore quando tutte le altre questioni sono a posto. Mentre l’Italia ha troppi fronti aperti, dal Pnrr al Green deal. Così non ne chiudiamo neanche uno con una vittoria e nemmeno con un pareggio».
Quanto al ritorno di Mario Draghi: «Io credo che mettendosi vicino Draghi, Von der Leyen abbia dato il segnale di non voler rinunciare alla prospettiva di un’Europa politicamente più integrata e più forte. Ovvio, ora Meloni non può far altro che benedire la nomina. Ma non credo sia un regalo ai sovranisti, dato che Draghi è stato molto chiaro nel voler approfondire l’integrazione».
Dopo la revisione al ribasso delle stime per la crescita, il governo chiederà più extradeficit e un’altra sospensione del patto di stabilità: «Allora, noi all’Europarlamento lavoriamo perché la riforma del patto veda la luce entro fine anno. è difficile, ma ci proviamo. Non si può tornare alle vecchie regole. Ma Meloni deve fare la sua parte in sede di Consiglio Ue. Se si scontra con tutti su tutto e si mette sulla scia dei sovranisti non otterrà molto». «Serve – conclude Benifei – una grande capacità di cucitura, per convincere le opinioni pubbliche del Centro e del Nord Europa che la strada giusta è la solidarietà europea».
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