Alessandro Alfieri, responsabile per le Riforme del Pd, in un’intervista a La Repubblica ha commentato le indiscrezioni sulla proposta di riforma costituzionale del governo Meloni. Con il premierato l’Italia «la si fa regredire. Siamo in presenza di un complesso pasticciato di norme che scassa la Repubblica parlamentare e serve come arma di distrazione di massa per sviare l’attenzione e coprire le mancate risposte sui problemi economici e sociali del Paese».
«Una tipica soluzione all’italiana che oltre a stravolgere l’equilibrio tra premier e capo dello Stato, non affronta la vera emergenza istituzionale: l’abuso della decretazione d’urgenza. Se il premier cade o si dimette, il Colle deve conferire l’incarico o allo stesso premier o a un altro parlamentare della medesima maggioranza che però non è stato eletto direttamente dal popolo. Un’incoerenza totale».
La proposta dem era «la sfiducia costruttiva, presente sia nel sistema spagnolo sia in quello tedesco che hanno dato prova di ben funzionare, regalando stabilità agli esecutivi. Insieme a una legge elettorale che superi le liste bloccate e restituisca ai cittadini la libertà di scegliersi i rappresentanti. Il Pd aveva dato la sua disponibilità a lavorare a un testo condiviso, in cambio dello stop all’autonomia differenziata. La maggioranza invece non solo non intende fermarsi sull’autonomia, ma non è venuta incontro a nessuna richiesta. Siamo pronti a dare battaglia, in Parlamento e nelle piazze».
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