Fausto Bertinotti non è nuovo a rilasciare interviste ai giornali araldi della destra, disegnando il ritratto impietoso e severo dello stato della sinistra italiana. Per l’ex segretario del Prc, “Una sinistra italiana secondo me non c`è. Lo dico con molto rammarico. A oggi non c`è. La differenza tra lo sciopero dei sindacati e la manifestazione del Pd? Lo sciopero ha inciso, è entrato nella battaglia politica, ha costretto il governo a entrare in dialettica, in scontro. La manifestazione del Pd niente di tutto questo. Ininfluente. Era una semplice fotografia con autoscatto. Non diceva cosa vogliamo, ma chi siamo”.
“Non basta mettersi a rimorchio di una lotta per riscoprire il valore del conflitto sociale. Il Pd questo terreno non lo conosce perché è diventato da diverso tempo un partito liberale. Lo sciopero è stato un successo importante. Forse favorito anche dalle sortite del governo. Perché se tu operi una provocazione nei confronti dello sciopero, automaticamente favorisci la riuscita dello sciopero … Da nessuna parte il problema dei bassi salari è così forte come in Italia. Tra il 1990 e il 2020 i redditi da lavoro (calcolati in potere di acquisto) in Italia sono scesi, mentre nello stesso periodo sono aumentati del 48% negli Stati Uniti, del 33 in Francia e del 30% in Germania. Un disastro per noi”.
Infine, riguardo al governo Meloni, Bertinotti conclude: “Io non direi mai che questo governo è fascista. Dico però che questo governo scopre delle pulsioni che si riferiscono a vecchie idee fasciste. Non è un governo fascista ma è un governo che recupera dei valori programmatici che furono anche del fascismo”.