Manovra, Magni (Avs): "Colpisce i più deboli, non è vero che non ci sono risorse"

Manovra, Magni (Avs) contro il governo Meloni: "I soldi vanno cercati dove ci sono e non sempre dagli stessi: lavoratori, lavoratrici e pensionati".

Manovra, Magni (Avs): "Colpisce i più deboli, non è vero che non ci sono risorse"
Tino Magni
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28 Novembre 2023 - 13.00


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Tino Magni, senatore di Avs e componente della commissione Bilancio di palazzo Madama, è tornato sui contenuti della Manovra varata dal Cdm e prossima a sbarcare in Parlamento. Magni ha ribadito quanto già sostenuto in precedenza, sottolineando la totale inadeguatezza di una Legge di bilancio che non risponde ai bisogni del Paese.

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“La manovra economica della Meloni è iniqua e colpisce sempre i soliti. Lo slogan che non ci sono soldi sufficienti, che la coperta è corta, non regge più. I soldi vanno cercati dove ci sono e non sempre dagli stessi: lavoratori, lavoratrici e pensionati. Al governo è mancato il coraggio per un’inversione di tendenza. Alleanza verdi e sinistra ha presentato un pacchetto di emendamenti per una vera e propria manovra all’insegna della giustizia sociale e climatica. Se un anno fa poteva esserci la scusante di un governo che si era appena insediato, adesso non ci sono più alibi, le scelte che vengono fatte dall’esecutivo Meloni indicano un indirizzo politico molto preciso, un’idea di Paese completamente diversa dalla nostra”. 

“Avs ha presentato emendamenti per recuperare risorse dove ci sono. Abbiamo immaginato un ampio spettro di coperture per contrastare la crescita della diseguaglianza sociale e per combattere la crisi climatica: dalla riduzione delle spese militari, dalla legalizzazione della cannabis, da una tassa sugli extraprofitti, da una tassa patrimoniale sopra i 5 milioni di euro di reddito e usando i 12 miliardi di euro del ponte sullo Stretto per interventi sulle infrastrutture”. 

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“Risorse da investire in un reddito di base universale, per interventi nelle scuole per la casa, le pensioni, la salute e la transizione ecologica. Siamo di fronte alla mortificazione del Parlamento con tempi di discussione molto ristretti, e poi c’è l’unicum nella storia della Repubblica del `divieto´ a presentare emendamenti di maggioranza. Così il premierato è già nei fatti. Insomma l’esecutivo sceglie dove posizionarsi: nessuna redistribuzione della ricchezza, nessuna misura per favorire l’indispensabile transizione ecologica”.

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