Sul caso dell’urlo antifascista di Marco Vizzardelli, alla fine dell’esecuzione dell’inno di Mameli alla prima del teatro alla Scala, la Questura di Milano ha pubblicato una nota per provare a chiarire l’accaduto e spegnere le legittime polemiche che si sono sollevate.
“L’identificazione dei due spettatori presenti in galleria, è stata effettuata quale ordinaria modalità di controllo preventivo per garantire la sicurezza della rappresentazione. L’iniziativa non è stata assolutamente determinata dal contenuto della frase pronunciata, ma dalle particolari circostanze, considerate le manifestazioni di dissenso poste in essere nel pomeriggio in città e la diretta televisiva dell’evento che avrebbe potuto essere di stimolo per iniziative finalizzate a turbarne il regolare svolgimento. La conoscenza dell’identità delle persone ha consentito, infatti, di poter ritenere con certezza l’assenza di alcun rischio per l’evento”.