Bologna 1999, ultimi mesi della Giunta di centrosinistra guidata dal sindaco Walter Vitali (vice sindaco Luigi Pedrazzi, assessori Flavio Delbono, Roberto Grandi, Paolo Ferratini, Lalla Golfarelli, Laura Grassi, Gianfranco Parenti, Domenico Pellicanó, Elisabetta Possati, Concetto Pozzati, Stefano Sedini, Silvia Zamboni). Tengono banco le proteste di una parte della città (soprattutto in zona Saffi-Borgo Panigale) contro la realizzazione della tramvia voluta dalla precedente Giunta Imbeni-Vitali (con la verde Anna Donati alla mobilità) e progettata dallo svizzero Willy Husler.
Nei Democratici di sinistra guidati da Alessandro Ramazza infuria la polemica interna, c’è una sorta di guerra tra bande, la parte che fa capo al segretario non vuole la ricandidatura di Vitali, alla fine la candidata sindaco sarà Silvia Bartolini e le elezioni le vincerà Giorgio Guazzaloca rovesciando per la prima volta dal dopoguerra il “potere rosso” nella città simbolo della sinistra.
Lo scoop, 25 anni dopo, è “il segreto” svelato ieri pomeriggio al funerale laico di Eugenio Riccómini (Stabat Mater dell’Archiginnasio) dalla storica dell’arte e storica collaboratrice del professore che per anni ha affascinato Bologna con le sue conferenze sull’arte e la bellezza, Milena Naldi.
Quando fu chiaro che il candidato sindaco non sarebbe stato Vitali, ha rivelato Naldi, un gruppo di compagni e amici chiese al professore, molto amato e stimato in città, la disponibilità a candidarsi. Riccómini non si sottrasse: “Se mi aiutate…”. Vennero raccolte diverse firme, la sua candidatura fu proposta alla segreteria Ds, Riccómini venne convocato dal segretario. Racconta riportando le parole del professore Milena Naldi: “Ramazza gli disse: caro Eugenio, ho una richiesta da farti a cui non potrai dire no, sostieni la Bartolini. Lui assentì, si alzò, uscì”.
Con Riccómini candidato sindaco forse le elezioni sarebbero andate diversamente e la storia recente di Bologna sarebbe stata diversa. Resta lo scoop, che i giornali oggi riportano così, in modo edulcorato.
“Un giorno un gruppo di giovani studiosi di storia dell’arte si recò alla sede degli allora Ds per annunciare al segretario la disponibilità di Riccomini a candidarsi a sindaco. Tre giorni dopo il segretario richiamò chiedendo di incontrare il famoso storico dell’arte. Nella sede del partito gli chiese la disponibilità ad appoggiare la candidatura di Silvia Bartolini. Accettò a malincuore”