Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro della segreteria nazionale del Partito Democratico, ha parlato della recente sentenza della Corte di Giustizia Europea a proposito delle donne vittime di violenza domestica, che riconosce alle vittime il diritto alla protezione internazionale sussidiaria e perciò allo status di rifugiate.
«La sentenza della Corte di Giustizia Europea sulle donne vittime di violenza domestica, resa nota oggi, segna un passo avanti fondamentale nel contrasto alla violenza maschile sulle donne, perché conferma che si tratta di un fenomeno sociale e culturale, radicato, non di una cosa che riguarda singole persone».
«Con esplicito riferimento alla Convenzione di Istanbul, la Corte riconosce infatti la violenza contro le donne basata sul genere come una forma di persecuzione. E da ciò fa discendere importanti conseguenze per il riconoscimento della protezione internazionale di donne che ne sono vittime. Quando fuggono da un paese in cui, come gruppo sociale e cioè proprio a causa del loro sesso, sono esposte a violenze fisiche o mentali, incluse le violenze sessuali e domestiche, devono poter beneficiare dello status di rifugiate. Ma anche quando corrono singolarmente rischi di essere uccise o di subire atti di violenza da parte di un membro della loro famiglia o della loro comunità, a causa della presunta trasgressione di norme culturali, religiose o tradizionali e quindi proprio per le ragioni che in ogni parte del mondo connotano la violenza degli uomini nei confronti delle donne, hanno diritto a una forma sussidiaria di protezione».