La destra reazionaria pensa alle forze dell'ordine a scuola, Valditara: "Nelle zone più a rischio"

Valditara: "Si può immaginare una presenza delle forze dell'ordine a protezione di alcune scuole nelle aree particolarmente a rischio". 

La destra reazionaria pensa alle forze dell'ordine a scuola, Valditara: "Nelle zone più a rischio"
Giuseppe Valditara
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6 Febbraio 2024 - 09.25


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Il governo reazionario di Giorgia Meloni ogni giorno conferma le nostre paure. L’ultima proposta del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara va proprio in quella direzione.  “Si può immaginare una presenza delle forze dell’ordine a protezione di alcune scuole nelle aree particolarmente a rischio”. 

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Intervistato da Il Messaggero, Valditara ha dato i numero relativi alle violenze contro gli insegnanti: durante l’ultimo anno scolastico sono stati segnalati 36 casi di aggressioni a docenti. 

“Ora, dopo neanche cinque mesi, siamo già a 27, ma se guardiamo solo alle aggressioni da parte dei familiari c’è già un aumento del 111%. Per gli episodi di cui sono responsabili gli studenti invece si registra un leggero calo, -11%. Il monitoraggio lo abbiamo istituito l’anno scorso, prima non si sapeva quali e quanti fossero gli episodi di violenza nelle scuole italiane. Ma in questo confronto da un anno all’altro registriamo un fenomeno significativo”. 

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“Questo ci fa pensare che c’è una responsabilità educativa forte delle famiglie. Ecco perché, se un genitore aggredisce o prende a pugni un docente o un preside, deve risponderne nei confronti dell’aggredito, ma anche dello Stato. È lo Stato a subire un danno di immagine e di reputazione, e dunque ha il diritto di essere risarcito”. 

Poi un commento su quanto accaduto a Varese

“È chiaro che agire solo dal punto di vista repressivo non basta, bisogna intervenire prima. Quando un ragazzo ha problemi che possono sfociare in episodi di aggressività non può essere abbandonato a se stesso. La scuola deve essere supportata con un servizio di tipo psicologico, eventualmente psichiatrico”.

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“I ragazzi che abbiano un forte disagio vanno aiutati. Voglio parlarne con il collega Schillaci. Se il ministero della Salute sarà d’accordo, potremmo creare un presidio a livello di distretti provinciali, per offrire alle famiglie e alle scuole un punto di riferimento, un presidio territoriale a cui rivolgersi”.

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