Michele De Palma, segretario generale della Fiom-Cgil, in un’intervista a La Repubblica ha parlato della questione sicurezza sul lavoro e dei numerosi morti che ogni giorno aggiornano il drammatico bilancio. Secondo De Palma è la stessa natura del lavoro a provocare questa profonda falla nella sicurezza.
«Tutti gli ultimi morti sul lavoro hanno una caratteristica comune. Erano lavoratori di aziende in appalto. Lo erano a Firenze nel cantiere Esselunga, così come sulla pista di Nardò della Porsche e nello stabilimento Stellantis di Pratola Serra dove è partito uno sciopero unitario di 8 ore».
«Queste morti rendono ancora più evidenti due responsabilità oggettive. La prima ricade sulla politica e su chi ha fatto le norme che hanno permesso di arrivare ad una catena infinita di appalti, subappalti e di precarietà. La seconda sul sistema delle imprese che generano questa catene, nei cantieri o nelle fabbriche, così da scaricare il taglio dei costi e le responsabilità sulla sicurezza dei lavoratori». Questo sistema degli appalti «non è più un elemento straordinario, ma strutturale».
Per l’esecutivo «è finito il tempo delle parole, deve imparare ad ascoltare i lavoratori. Leggo che sarebbero già pronte le norme, alcune si ispirerebbero a cose che noi chiediamo da tempo, come un meccanismo di patente a punti, l’istituzione della Procura nazionale unica, il potenziamento del numero di ispettori e il dare la priorità all’applicazione dei contratti nazionali. Vanno applicati ai lavoratori in appalto i contratti delle sigle sindacali più rappresentative inerenti al lavoro svolto».
Inoltre «vogliamo più lavoro di qualità che è alla base della piattaforma per il rinnovo del contratto nazionale». I tre punti qualificanti «sono il salario, la riduzione dell’orario e la stabilità del lavoro – sottolinea -. Deve essere un contratto di tutti e per tutti i metalmeccanici. Elementi che portano anche ad una riduzione degli appalti e della precarietà».