Attenzione, in Abruzzo siamo troppo sicuri di vincere

Continuiamo tutti a lavorare a bassa voce, ognuno nel proprio piccolo, e lasciamo che Giorgia Meloni e Matteo Salvini si facciano del male da soli come sanno fare così bene.

Attenzione, in Abruzzo siamo troppo sicuri di vincere
Luciano D'Amico
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David Grieco Modifica articolo

8 Marzo 2024 - 11.55


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Detto senza preamboli, ho la netta sensazione che siamo troppo sicuri di vincere domenica le elezioni regionali in Abruzzo, e parlo ovviamente del cosiddetto “campo largo”. Avverto in questi ultimi giorni di campagna elettorale una spinta forte, un po’ dopata, quasi quanto quella di Meloni e Salvini. Se malauguratamente dovessimo perdere contro una Presidente del Consiglio che si è messa in testa l’’elmetto e grida a squarciagola, finiremmo per dare un contributo insperato alla sua arroganza e alla sua aggressività.

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Questa campagna elettorale abruzzese si è svolta in modo molto diverso da quella sarda. In Sardegna la Todde ha vinto contro ogni pronostico perché è stato fatto, in punta di piedi e senza alcun furore mediatico, un lavoro certosino dalla candidata e da una Elly Schlein che ha fatto passi da gigante da un anno a questa parte. La cosa più bella delle elezioni sarde è stato il tributo che le ha offerto il compagno di partito ed ex avversario Stefano Bonaccini: “è stato il capolavoro di Elly”, ha detto con tempismo straordinario, compattando il PD con sei parole sei.

Questa campagna abruzzese è stata e sarà condotta fino alla fine a forza di palate di merda da parte di tutti, a colpi di scandali veri e falsi. Questo è il gioco della destra, c’è poco da fare. E questo gioco il centrosinistra, che si applica tutti i giorni sui tanti, gravi problemi degli italiani anziché dar voce alla pura propaganda, non lo dovrebbe accettare.

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Sono convinto che le elezioni in Abruzzo si vinceranno sui temi concreti che sono sul tavolo e sono altrettanto convinto che i numerosi rappresentanti del campo largo si sono alacremente adoperati per affrontarli.

Continuiamo tutti a lavorare a bassa voce, ognuno nel proprio piccolo, e lasciamo che Giorgia Meloni e Matteo Salvini si facciano del male da soli come sanno fare così bene. Lunedì sapremo. E se dopo un’eventuale sconfitta Giorgia Meloni continuerà a gridare sarà la sua fine.

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