La proposta del ministro della Giustizia Carlo Nordio di introdurre test psicoattitudinali per i magistrati non ha incontrato l’unanimità neanche all’interno della maggioranza, come testimoniano le parole a La Repubblica di Giulia Bongioirno, presidente della commissione Giustizia del Senato.
«Non c’è nessuna vittoria e, viste le polemiche di queste ore, vorrei chiarire che al momento non c’è ancora nemmeno alcuna norma che regoli i test. Le commissioni Giustizia di Senato e Camera hanno formulato alcune osservazioni che prevedono l’introduzione dei test psicoattitudinali al momento dell’accesso alla magistratura».
«Molte critiche non tengono conto del fatto che, nonostante l’ottimo lavoro del relatore Zanettin, in realtà le regole che disciplineranno i test ancora non ci sono. Le scriverà il Csm, non il Parlamento o il ministro. Per questo invito ad attendere perché ci sono spazi per un lavoro condiviso».
«I test non riguardano le toghe, ma le future toghe. Io ne ho sempre parlato all’interno di un discorso più ampio, sostenendo l’inadeguatezza del concorso per l’accesso alla magistratura. Non ha senso che diventi giudice chi è più bravo a imparare a memoria i codici o la giurisprudenza. Così come non ha senso un tirocinio dopo il concorso».
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