Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di Sanità, ha firmato l’appello a difesa del Ssn insieme ad altre numerose personalità del mondo della medicina e della scienza. Intervistato da La Stampa, Locatelli ha ribadito di aver aderito all’appello per «richiamare l’attenzione di tutti, non solo della politica, sulla necessità di salvaguardare l’Ssn, che è patrimonio del nostro Paese. Per non dover nemmeno ipotizzare che i pazienti non abbiano più l’accesso gratuito alle terapie innovative più costose».
«Poiché la sanità pubblica è finanziata dalla fiscalità generale – dice ancora – ogni tassa elusa va ad indebolire l’Ssn e a privare di cure gratuite gli indigenti».
Oggi «gli ultrasessantacinquenni in un caso su quattro rinunciano alle cure che il servizio pubblico non è riuscito a garantire in tempi accettabili. Nonostante il sottofinanziamento continuiamo ad avere performance invidiabili, con una mortalità prevenibile o trattabile su valori nettamente inferiori a quella di Paesi vicino il nostro. Ma questo detto, non possiamo dimenticare che a Trento si ha un’aspettativa di vita di 3 anni maggiore rispetto a chi nasce in Campania e lo stesso dicasi per la mortalità perinatale al Sud rispetto al Nord del Paese».
«Auspico modelli di rimborso basati, oltre che su un ragionevole margine di profitto, sui reali costi di sviluppo, validazione e produzione, che ad esempio per le Car T realizzate in ambito universitario sono molto più bassi di quelli industriali. Altrimenti le cure innovative più efficaci se le potrà permettere solo chi ha un’assicurazione. Come succede negli Usa, dove prima di curarti ti chiedono la carta di credito. Un modello egoistico che nessuno dei firmatari vuole. Ma verso il quale qualche segnale ci dice che rischiamo di andare».