Toni Ricciardi, vicepresidente del gruppo Pd, nel corso del suo intervento in commissione Affari costituzionali ha duramente attaccato Calderoli e la sua riforma sull’Autonomi differenziata.
“Vorrei articolare il mio intervento su due parole: rispetto e disprezzo. Rispetto per come il Ministro Calderoli per come ha seguito il provvedimento e per la coerenza spaventosa; quella che ha portato avanti dagli anni ’90. La differenza è che prima era più violento verbalmente e meno pericoloso istituzionalmente, al contrario oggi è più sobrio nelle manifestazioni verbali ma molto più pericoloso nei fatti”.
“È rimasto coerente con quello che pensava nel 1994 quando pubblicò un manualetto propagandistico intitolato Mutate Mutanda dove, spiegando i suoi obiettivi, scriveva: `Due anni orsono ero partito per Roma con l’obiettivo di distruggere il sistema sanitario nazionale per costruire il sistema sanitario del Nord´. Queste -sottolinea Ricciardi- sono le premesse del progetto autonomista della destra di governo. Vogliono ridurre i trasferimenti di risorse al Mezzogiorno”.
“Il vero rischio di questa riforma è in prospettiva perché si creeranno macroregioni con un blocco del Nord con peso demografico crescente, sistema produttivo più forte e maggiori risorse. Questo porterà progressivamente a una spaccatura definitiva del Paese. Ma noi non difendiamo solo il Meridione, difendiamo l’unità e la coesione nazionale letteralmente aggrediti da un disegno di legge che non sta in piedi. Calderoli del resto è quello che nel 2006 in un’intervista a Stella parlava di cancrena e che l’arto malato si doveva tagliare a Pesaro. Questa è la visione di unità nazionale che ha il ministro”.
“Una storia antica che comincia con il terremoto dell’Irpinia del 1980: quell’evento, va detto chiaramente, fu usato da una parte politica come germe di un nuovo antimeridionalismo e divenne un momento di frattura insanabile tra Nord e Sud poiché, proprio allora, venne sdoganato definitivamente il luogo comune del Meridione palla al piede, inefficiente e incapace di spendere. E qui viene il disprezzo per chi da decenni mina l’unità della Patria. Il Ministro è il padre del porcellum e rischia di passare alla storia per una porcata più grande che porterà alla disgregazione dell’unità nazionale con buona pace dei patrioti di Giorgia Meloni”.
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