Elly Schlein ha parlato dai microfoni di Skytg24 in vista delle prossime elezioni Europee, dopo che anche Giorgia Meloni ha annunciato la sua candidatura. La presidente del Consiglio ha invitato gli elettori a scrivere sulla scheda “Giorgia”, stessa cosa si potrà fare anche con la segretaria del Pd.
«Questo sì, certo. Elly è un soprannome perché porto i nomi delle mie due nonne, c’è sulla scheda. Ma io ho sempre fatto campagne elettorali con il cognome perché non ero molto conosciuta e c’era sempre il problema dell’interpretazione. E io farò campagna elettorale non chiedendo il voto per me ma per il partito e per questa lista meravigliosa che abbiamo costruito insieme».
«Credo che sia un valore che nel Pd ci sia pluralismo, che non si sia tutti schiacciati dietro il nome Giorgia. Questo è inquietante, non hanno un programma, il programma diventa il nome. Non metto asticelle, l’asticella porta jella. Sopra il 20%? No, il nostro obiettivo è riportare al voto tanti elettori che non votano, abbiamo vinto in Sardegna ma avevo comunque la preoccupazione del 47% di persone che non andate a votare… Se mio impegno diretto può aiutare sono felice».
«Io Prodi lo ascolto sempre, per me è un punto di riferimento. Però credo che non si sia sempre d’accordo e che sia meglio essere francamente non d’accordo che fingere e poi pugnalare alle spalle, come spesso nel partito è stato fatto. Io sono qua per ascoltare tutti poi mi assumo la responsabilità di fare sintesi. Siamo l’unico partito che discute, per fortuna che non c’è una capa che decide per tutti».
Un passaggio sulla guerra in Ucraina. «Non bastano le armi per far cessare il conflitto, la linea del partito democratico non cambia. Il dibattito sulla pace è presente, ma non cambia la linea del Pd, sostenere il popolo invaso in ogni forma, ma essere consapevoli che non bastano quelle armi per far cessare il conflitto. Chiamo l’Europa un ruolo diplomatico più forte. Questa è sempre stata la linea».
«Credo che sia difficile almeno a parole non dirsi d’accordo con la parola pace, ma il problema è come arrivarci. Anche in Medio oriente serve una voce forte dell’Ue».
«La violenza nelle piazze va sempre condannata, come abbiamo fatto per Milano, sul conflitto in medio oriente chiediamo uno sforzo del governo per il cessate il fuoco, il massacro di civili non è mai accettabile, i civili palestinesi con Hamas non c’entrano nulla».
«In Israele c’è uno stato di estrema destra, siamo arrivati qui perché non è mai stato riconosciuto uno stato palestinese. Anche loro hanno tutto il diritto di avere un stato e la loro sicurezza».
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