Europee, Renzi: "Che tristezza chi si candida per qualche punto percentuale in più, io mi rimetto in gioco"

Europee, Matteo Renzi: "La presidente del Consiglio deve governare l'Italia, pensare agli stipendi, alla sanità. Non stare in campagna elettorale".

Europee, Renzi: "Che tristezza chi si candida per qualche punto percentuale in più, io mi rimetto in gioco"
Matteo Renzi ad Atreju
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3 Maggio 2024 - 09.25


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Il re delle inversioni a U Matteo Renzi, dopo aver deciso di candidarsi alle prossime elezioni Europee nonostante avesse più volte detto di non volerlo fare, in un’intervista a Qn ha parlato del prossimo appuntamento elettorale. Il primo pensiero va a Giorgia Meloni che candidandosi avrebbe dato un segnale di sfiducia ai propri dirigenti.

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«Perché la presidente del Consiglio deve governare l’Italia, pensare agli stipendi, alla sanità. Non stare in campagna elettorale. La campagna deve farla il tuo gruppo dirigente, se ti fidi. Nel 2014 da premier ho preso il 41 per cento, ma non mi sono candidato. Meloni si candida per avere qualche punto percentuale in più, utile per regolare i conti con Salvini. Che tristezza questo modo di fare politica: non vuole contare in Europa, le basta contarsi in Italia».

«Chi si candida per il Parlamento europeo sapendo che non ci andrà sta rubando il voto degli elettori: ladri di democrazia, ecco cosa sono i vari Tajani, Schlein, Meloni. Da mesi dico che sono preoccupato per il futuro dell’Europa. II mondo sembra impazzito, scoppia una guerra al mese, l’equilibrio geopolitico è saltato. Noi abbiamo una lista che racconta un progetto, quello per gli Stati Uniti d’Europa: e per questo progetto anche io mi rimetto in gioco pronto a lasciare le mie comode certezze romane».

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Si è candidato in tutte le Circoscrizioni, tranne in quella del Nord Est: «E’ stata una scelta fatta insieme agli amici della lista. Faremo comunque bene anche al Nord-Est e io non mancherò di girare per il collegio che è cruciale, perchè la sfida è con Salvini che dice meno Europa. Ma siamo impazziti? Oggi dire meno Europa significa dire più Cina. Le aziende del Nord Est che esportano e che hanno goduto della legge su Industria 4.0 che ho preparato assieme a un’emiliana doc quale Federica Guidi sanno benissimo che serve più Europa. Ma un’Europa vera. Politica e non burocratica. Ecco perché chi si candida deve andare a Strasburgo: servono politici di primo piano, non burocrati».

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