Riccardo Magi, deputato e segretario di Più Europa, in una intervista a Il Foglio sulla partecipazione alla festa dell’Anpi a Bologna ha parlato della possibilità di costruire un’ampia opposizione alla destra di Giorgia Meloni.
“Tante cose ci dividono dall`Anpi e da alcuni partiti che erano su quel palco. Io sono stato il primo con un ruolo istituzionale ad andare in Ucraina a marzo 2022. Ma l’invito che faccio è di sfuggire dal rischio di essere i più ideologici di tutti, mentre i liberali dovrebbero ambire a condizionare gli schieramenti. In economia non abbiamo le posizioni di Avs, e sulla giustizia molte cose ci dividono dal Pd. Ma proviamo a parlarci per vedere se ci sono le condizioni per costruire un`alternativa credibile a questa maggioranza corporativa e anti-europea. Manca ancora qualche anno alle elezioni, credo sia la cosa giusta da fare”.
“Non siamo contrari a una riforma costituzionale, ma non per mettere in soffitta il Parlamento via premierato. Dalla Casellati siamo andati per dialogare, purtroppo abbiamo subito capito che l’obiettivo della maggioranza era dare sfogo a due ossessioni: l’elezione diretta e l’incubo dei governi tecnici. Il risultato è un testo che impone una svolta plebiscitaria. Già oggi con 70 decreti approvati con la fiducia i partiti determinano la vita e la morte del Parlamento. Noi non siamo contrari a garantire la governabilità, ma ci sono altri strumenti per farlo, a partire da una legge elettorale con collegi uninominali e ballottaggio”.
“Alle Europee abbiamo fatto una scelta coraggiosa che è fallita per responsabilità politica di Calenda che ha portato Renew a trovarsi con meno eurodeputati di Ecr. Se c`è questo governo anti-europeo è anche per la sua scelta nel 2022 di rompere il patto con il Pd di Letta. Ha una grande confusione di pensiero e di azione. Sono errori di interpretazione del contesto politico. Così come nel 2022 il rischio non era di uscire dalla Nato per Fratoianni, ma avere un governo anti europeo sovranista, alle Europee del 2024 il problema non era capire se si poteva fare o no il Terzo polo, ma aiutare i liberali in Europa facendo convergere le diverse forze di quel campo”.
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