Parole coraggiose e dirette proprio mentre c’è chi ipotizza forzature istituzionali autocratiche. “Battersi affinché non vi possano essere analfabeti di democrazia è una causa primaria e nobile che riguarda tutti. Non soltanto chi riveste responsabilità o eserciti potere”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando alla settimana Sociale dei Cattolici in Italia. “Non si può ricorrere a semplificazioni di sistema o a restrizioni di diritti in nome del dovere di governare. Una democrazia della maggioranza sarebbe, per definizione, un’insanabile contraddizione, per la confusione tra strumenti di governo e tutela della effettiva condizione di diritti e di libertà”, ha aggiunto.
“Criticità inedite per la democrazia”
“Nel cambiamento d’epoca che ci è dato di vivere avvertiamo tutta la difficoltà, e a volte persino un certo affanno, nel funzionamento delle democrazie. Oggi constatiamo criticità inedite, che si aggiungono a problemi più antichi”, ha proseguito il Capo dello Stato. “La democrazia non è mai conquistata per sempre. Anzi, il succedersi delle diverse condizioni storiche e delle loro mutevoli caratteristiche, ne richiede un attento, costante inveramento”.
“Non cedere a ossessiva proclamazione della rivalsa”
Al cuore della democrazia, ha quindi ricordato Mattarella, “ci sono le persone, le relazioni e le comunità a cui esse danno vita, le espressioni civili, sociali, economiche che sono frutto della loro libertà, delle loro aspirazioni, della loro umanità: questo è il cardine della nostra Costituzione. Questa chiave di volta della democrazia opera e sostiene la crescita di un Paese, compreso il funzionamento delle sue istituzioni, se al di là delle idee e degli interessi molteplici c’è la percezione di un modo di stare insieme e di un bene comune. Se non si cede all’ossessiva proclamazione di quel che contrappone, della rivalsa, della delegittimazione. Se l’universalità dei diritti non viene menomata da condizioni di squilibrio sociale, se la solidarietà resta il tessuto connettivo di una economia sostenibile, se la partecipazione è viva, diffusa, consapevole del proprio valore e della propria essenzialità”.
“L’esercizio della democrazia non è un aspetto procedurale
Mattarella ha quindi chiarito che “l’esercizio della democrazia, come si è visto, non si riduce a un semplice aspetto procedurale e non si consuma neppure soltanto con la irrinunziabile espressione del proprio suffragio nelle urne nelle occasioni elettorali. Presuppone lo sforzo di elaborare una visione del bene comune in cui sapientemente si intreccino – perché tra loro inscindibili – libertà individuali e aperture sociali, bene della libertà e bene dell’umanità condivisa. Né si tratta di questione limitata ad ambiti statali”.
“No all’assolutismo di Stato, imprescindibile la coscienza dei limiti”
Il presidente della Repubblica ha quindi sottolineato che “Tosato contesto’ l’assunto di Rousseau, in base al quale la volonta’ generale non poteva trovare limiti di alcun genere nelle leggi, perché la volontà popolare poteva cambiare qualunque norma o regola. Lo fece con parole molto nette: ‘Noi sappiamo tutti ormai che la presunta volontà generale non è in realtà che la volontà di una maggioranza e che la volontà di una maggioranza, che si considera come rappresentativa della volontà di tutto il popolo può essere, come spesso si è dimostrata, più ingiusta e più oppressiva che non la volontà di un principe’. Un fermo no, quindi, all’assolutismo di Stato, a un’autorità senza limite, potenzialmente prevaricatrice. La coscienza dei limiti è un fattore imprescindibile di leale e irrinunziabile vitalità democratica”.
“Rischioso cedere a sensibilità contingenti”
Parallelamente, ha ricordato Mattarella, Guido Gonella metteva in guardia “sui rischi posti da una eccessiva rigidezza conservatrice o da una troppo facile flessibilità demagogica che avrebbe potuto caratterizzarle, con il risultato di poter passare con indifferenza dall’assolutismo alla demagogia, per ricadere all’indietro verso la dittatura. Su questo si basa la distinzione tra prima e seconda parte della nostra Costituzione. Il messaggio fu limpido: sbagliato e rischioso cedere a sensibilità contingenti, sulla spinta delle tentazioni quotidiane della contesa politica. Come rischia di avvenire con la frequente tentazione di inserire richiami a temi particolari nella prima parte della Costituzione, ignorando che questa, per effetto della saggezza dei suoi estensori, li ricomprende comunque in base ai suoi principi e valori di fondo”.
La Costituzione dette senso e spessore all’unità del Paese
Il presidente ha quindi chiarito che la Costituzione “seppe dare un senso e uno spessore nuovo all’unità del Paese e, per i cattolici, l’adesione ad essa ha coinciso con un impegno a rafforzare, e mai indebolire, l’unità e la coesione degli italiani. Spirito prezioso, come ha ricordato di recente il Cardinale Zuppi, perché la condivisione intorno a valori supremi di libertà e democrazia è il collante, irrinunciabile, della nostra comunità nazionale”.
“Costruire una solida sovranità europea”
Il Capo dello Stato ha quindi ricordato che “se in passato la democrazia si è inverata negli Stati – spesso contrapposti e comunque con rigidi, insormontabili frontiere – oggi, proprio nel continente che ne è stato la culla, si avverte la necessità di costruire una solida sovranità europea che integri e conferisca sostanza concreta e non illusoria a quella degli Stati membri. Che consenta e rafforzi la sovranità del popolo disegnata dalle nostre Costituzioni ed espressa, a livello delle istituzioni comunitarie, nel Parlamento Europeo”.
“La dignità della persona è stata alla base di una stagione di pace in Ue”
Mattarella ha quindi citato”monsignor Adriano Bernareggi, nelle sue conclusioni della Settimana sociale del ’45, argomentò, citando Jacques Maritain, che una nuova cristianità si affacciava in Europa. L’unità da raggiungere nelle comunità civili moderne non aveva più un’unica ‘base spirituale’ bensì un bene comune terreno, che doveva fondarsi proprio sull’intangibile ‘dignità della persona umana’. Questa la consapevolezza che è stata alla base di una stagione di pace nel continente europeo.
“Democrazia è non violare i diritti delle minoranze”
E anche oggi, rileva il Capo dello Stato”La democrazia non si esaurisce nelle sue norme di funzionamento, ferma restando l’imprescindibilità della definizione e del rispetto delle ‘regole del gioco’. Perché – come ricordava Norberto Bobbio – le condizioni minime della democrazia sono esigenti: generalità e uguaglianza del diritto di voto, la sua libertà, proposte alternative, ruolo insopprimibile delle assemblee elettive e, infine e non da ultimo, limiti alle decisioni della maggioranza, nel senso che non possano violare i diritti delle minoranze e impedire che possano diventare, a loro volta, maggioranze”.
“Rivolgere uno sguardo a un mondo sempre più interconnesso”
In questo, ha infine chiarito Mattarella, “oggi dobbiamo rivolgere sguardo e attenzione a quanto avviene attorno a noi, in un mondo sempre più raccolto e interconnesso. Accanto al riproporsi di tentazioni neo-colonialistiche e neo-imperialistiche, nuovi mutamenti geopolitici sono sospinti anche dai ritmi di crescita di Stati-continente in precedenza meno sviluppati, da tensioni territoriali, etniche, religiose che, non di rado sfociano in guerre drammatiche, da andamenti demografici e giganteschi flussi migratori. Attraversiamo fenomeni – questi e altri – che mutano profondamente le condizioni in cui si viveva in precedenza e che è impossibile illudersi che possano tornare”.