Il Pd denuncia la censura alla scrittrice Di Pietrantonio oscurata dalla Rai: in Abruzzo aveva votato sinistra

Alla scrittrice era stato chiesto di scrivere un monologo sull'Abruzzo per il programma televisivo Che sarà, ma il lavoro, apprendiamo, è stato inspiegabilmente censurato e mai mandato in onda». Lo dichiara Michele Fina, senatore e tesoriere del Pd.

Il Pd denuncia la censura alla scrittrice Di Pietrantonio oscurata dalla Rai: in Abruzzo aveva votato sinistra
Donatella Di Pietrantonio
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4 Ottobre 2024 - 17.10


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Da un’intervista rilasciata a Luca Telese, neodirettore del quotidiano abruzzese Il Centro, da Donatella Di Pietrantonio, una delle più importanti scrittrici italiane, le cui opere hanno ricevuto significativi riconoscimenti, dal premio Campiello al premio Strega, apprendiamo della grave censura che sarebbe stata attuata dalla Rai nei suoi confronti. Un episodio che, sia per la sostanza che per le modalità, sarebbe indicativo dello stato attuale del servizio pubblico, definito come “versione Tele Meloni”.

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I fatti: alla scrittrice era stato chiesto di scrivere un monologo sull’Abruzzo per il programma televisivo Che sarà, ma il lavoro, apprendiamo, è stato inspiegabilmente censurato e mai mandato in onda». Lo dichiara Michele Fina, senatore e tesoriere del Pd.

«Questo sarebbe accaduto, secondo quanto riportato, non per i contenuti del monologo, ma perché, sul quotidiano la Repubblica, la scrittrice avrebbe dichiarato, alla vigilia delle elezioni regionali abruzzesi, il suo voto per il candidato del centro sinistra Luciano D’Amico. Si tratterebbe di un’operazione vergognosa, chiaramente imposta dalla politica. Talmente vergognosa che la Rai non avrebbe nemmeno avuto il coraggio di avvisare direttamente la scrittrice dell’impossibilità di mandare in onda il monologo, ma lo avrebbe comunicato alla sua casa editrice, utilizzando come scusa la par condicio. Naturalmente, una motivazione del tutto estranea ai contenuti del monologo.

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Una vicenda, quindi, inquietante e gravissima che richiama quanto accaduto a un altro grande scrittore italiano, Antonio Scurati: in quel caso, la censura riguardava i contenuti di un monologo sul fascismo; in questo caso, invece, l’oggetto del problema sarebbe stata l’intenzione di voto espressa in un’altra sede, in occasione di elezioni locali. Siamo alla censura con liste di proscrizione contro coloro che osano difendere i propri diritti civili e politici, dichiarando pubblicamente il proprio voto per candidati non appartenenti all’attuale maggioranza.

Depositerò oggi stesso un’interrogazione urgente, ma questo ennesimo episodio conferma, qualora fosse ancora necessario, l’inderogabile necessità di una profonda riforma della Rai, per restituire a questa fondamentale azienda del paese libertà, indipendenza e qualità nell’offerta», aggiunge.

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