Salvini 'invade' il Tg1 e straparla contro la magistratura con frasi sconnesse

Uno sproloquio senza contraddittorio con Matteo Salvini che ha mostrato il peggior volto reazionario. E chiama la Lega alla mobilitazione contro le «toghe politicizzate».

Salvini 'invade' il Tg1 e straparla contro la magistratura con frasi sconnesse
Matteo Salvini
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19 Ottobre 2024 - 23.04


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Uno sproloquio senza contraddittorio con Matteo Salvini che ha mostrato il peggior volto reazionario. E chiama la Lega alla mobilitazione contro le «toghe politicizzate».

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In giornata il segretario di via Bellerio attacca a tutto campo i giudici, intrecciando il caso Albania a quello Open Arms. E in un’intervista serale al Tg1 lancia l’assalto finale. Citando i dodici migranti spostati dall’Albania a Bari, dopo la decisione del tribunale di Roma, dichiara: «se qualcuno di questi dodici domani commettesse un reato, rapinasse, stuprasse, uccidesse qualcuno, chi ne paga le conseguenze? Il magistrato che li ha riportati in Italia?».

«Vorrei sapere perché tra tutti i lavoratori che pagano per i propri errori, i magistrati non pagano mai», aggiunge. Dall’Albania al processo Open Arms, per Salvini «qualche magistrato ribalta il voto popolare e le leggi del governo». E così in mattinata il leader convoca il consiglio federale d’urgenza e delinea il piano della mobilitazione leghista: mozioni nei Comuni «per la difesa dei confini» già nei prossimi giorni, e gazebo in tutta Italia il 14 e 15 dicembre «in vista della sentenza del 20». Giorno in cui arriverà il verdetto sul processo Open Arms.

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Salvini, intanto, infiamma l’attesa. «Una parte di magistratura fa pesantemente politica di sinistra, c’è qualche giudice che pensa di essere in un centro sociale più che in un tribunale», dichiara. Poi, la provocazione: «se non gli piacciono le leggi sull’immigrazione, si candidino con Rifondazione comunista». Il leader ci tiene a precisare che si riferisce «fortunatamente a una minoranza» della magistratura, «che è più a sinistra di Schlein». Tuttavia, non rinuncia a richiamare l’esigenza di una misura che tocchi la giustizia nel suo complesso: «ci vogliono la separazione delle carriere e un meccanismo che tolga la politica dai tribunali e le correnti dalla magistratura». Insomma, un’offensiva senza mezzi termini.

«Pm, sinistra e ong mi considerano un sequestratore e per questo mi vogliono in galera», ribadisce il leader. Che tiene il punto: «i confini sono sacri, non si capisce perché, secondo qualche giudice, possono arrivare in Italia cani e porci». Dopo la difesa dell’avvocato Giulia Bongiorno in Aula, è Salvini stesso a rilanciare sui social una carta già giocata in sede processuale. Pubblica il video in cui migranti ed equipaggio di Open Arms nel 2019 esultano, e scrive: «l’attivista Oscar Camps rivela che non festeggiano perché stanno per scendere, sono raggianti `perché è caduto il ministro Salvini´». «Chi ha sequestrato chi?», si domanda.

Con stilettate a ong, magistratura e centrosinistra, il segretario della Lega comincia a preparare la campagna d’autunno della Lega. Non un presidio unico, dunque, come quello di piazza Politeama in occasione dell’udienza del 18 ottobre, ma una mobilitazione diffusa. Con il partito coinvolto in un lungo e capillare forcing a sostegno del suo leader, resta da capire se possa slittare il congresso regionale della Lombardia inizialmente previsto prima di fine anno. L’ultimo tassello necessario per poi procedere al tanto atteso congresso federale. Così come resta da vedere se l’eurodeputato Roberto Vannacci e i governatori leghisti, assenti al presidio di Palermo, sceglieranno di affrontare in prima linea la mobilitazione.

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