«Sono stato cordialmente querelato per diffamazione dal ministro della pubblica istruzione Giuseppe Valditara». Così sui social Nicola Lagioia, già direttore del Salone internazionale del libro di Torino.
«La mia colpa – spiega – consisterebbe nell’aver criticato mesi fa, alla trasmissione `Che sarà´ di Serena Bortone su Rai3, lo stile di un suo tweet, scritto a mio parere molto male sulla limitazione degli stranieri nelle classi italiane. Quel tweet fu attaccato da tantissime persone in quei giorni per la sua nebulosità, con toni ben più aspri del mio. Ma il ministro decide di querelare me. Il tweet del ministro è questo: `Se si è d’accordo che gli stranieri si assimilino sui valori fondamentali iscritti nella Costituzione ciò avverrà più facilmente se nelle classi la maggioranza sarà di italiani, se studieranno in modo potenziato l’italiano laddove già non lo conoscano bene, se nelle scuole si insegni approfonditamente la storia, la letteratura, l’arte, la musica italiana, se i genitori saranno coinvolti pure loro nell’apprendimento della lingua e della cultura italiana e se non vivranno in comunità separate. È in questa direzione che noi intendiamo muoverci´. Il ministro si è sentito leso per come l’ho preso in giro in trasmissione, suggerendo che venisse sottoposto lui al test di italiano per stranieri. Nel Paese in cui l’ultimo Nobel per la letteratura è andato a chi `nella tradizione dei giullari medievali fustiga il potere e riabilita la dignità degli umiliati´ credevo fosse lecito. Ma forse non siamo più quel Paese. Per sapido gioco del destino, la data dell’udienza è fissata nel giorno del mio compleanno, il 18 aprile 2025. Ora dovrò cercarmi un avvocato e tutto il resto».
Se le cose stanno in questi termini, a occhio, difficilmente il ministro potrebbe vincere una causa per diffamazioni che si basa su elementi molto deboli. A meno che non introducano in Italia le leggi di Putin e allora ogni critica, sera o ironica che sia, sarà considerata lesa maestà.