Buon Pi Greco Day! Perché non possiamo farne a meno

Da più di 25 anni si celebra la giornata della costante matematica. 3/14 è il valore ma anche la data di oggi. Così si sostiene la divulgazione scientifica.

Buon Pi Greco Day!
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14 Marzo 2016 - 11.49


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Cos’è la festa del Pi Greco? Semplice. Dando uno sguardo al calendario anglosassone lo si capisce in un attimo. 3/14 e 3,14. Data e valore si sovrappongono per festaggiare la costante matematica, ma soprattutto per sostenere la divulgazione scientifica. Il Pi greco day è nato con l’obiettivo di avvicinare i giovani alla matematica.

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Chi l’ha organizzato la prima volta? A dichiarare il 14 marzo, per gli anglosassoni il 3,14, giornata del Pi greco è stato Larry Shaw, un fisico americano che nel 1988 la organizzò per la prima volta all’Exploratorium di San Francisco.

Lo scorso anno: la curiosità. A ricordare bene l’anno scorso la festa è stata doppia perchè la data era 3 – 14 – 15, non solo le prime due cifre dopo la virgola del 3,14, ma addirittura le prime quattro. Anche quest’anno però non si salterà. Lunedì 14 marzo è il Pi greco day perché secondo la lettura anglosassone delle date è il 3,14 il valore della costante matematica più famosa.

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Pi Greco: cos’è?
Il Pi greco è una costante matematica cioè un numero che ha un valore definito. La si indica con la lettera pi, π, dell’alfabeto greco. La definizione nella geometria piana è il rapporto fra la circonferenza e il diametro del cerchio. Si chiama anche costante di Archimede perché fu lui il primo a esplicitarla, approssimandola scientificamente con calcoli e figure geometriche, ma la sua storia è più antica.

La storia del numero.
Tutti i popoli antichi avevano valori approssimativi per il rapporto fra circonferenza e diametro di un cerchio. 16 noni per gli Egizi, 25 ottavi per i babilonesi e dal Secondo Libro delle Cronache nell’Antico Testamento si decude 3 come valore di questo rapporto. Dopo Archimede, le prime 35 cifre sono state calcolate nel 1600. Nel secolo successivo fu introdotto il simbolo dall’alfabeto greco. Era il 1706 e il matematico inglese William Jones lo mise nel testo A New Introduction to Mathematics.

Il numero e come si usa. Eccolo con le prime cifre dopo la virgola: 3,14159 26535 89793 23846 26433 83279 50288 41971 69399 37510 58209 74944 59230 78164 06286 20899 86280 34825 34211 70679…

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Non solo nei problemi di scuola, ma anche in fisica, nell’elettromagnetismo, nel calcoli delle frequenze e nell’aerodinamica. Lo usano la statistica e la medicina.

Sul Pi Greco Globalist ha pubblicato anche questo splendido pezzo di Manuela Iannetti: [LinkNewsB_70716].

Lo riproponiamo:

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di Manuela Iannetti

Che cosa hanno in comune il 14 marzo, il 5 aprile, il 26 aprile, il 22 luglio e il 10 novembre?

Non servono gli aruspici per spiegare il mistero, ma se ci fossero ancora sarebbero molto contenti di saperlo: in ciascuno di questi giorni infatti si festeggia il pi greco, o almeno a farlo sono i fanatici di una delle costanti più famose della storia della matematica. E non solo.

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Il motivo scopritelo da voi, intanto sappiate che la vita dell’uomo è legata al pi greco da un filo sottile e resistentissimo.

Che vita sarebbe senza? Ce lo spiegano oggi gli adepti del @PiGrecoDay, che anche in Italia ne celebrano la fortuna. Per la precisione, lo fanno dal 1988, da quando cioè per la prima volta il fisico Larry Show ne decretò i festeggiamenti a San Francisco.

Senza pi greco sarebbe impossibile, per esempio, portare un aereo a destinazione. O almeno non senza aver calcolato la quantità necessaria di carburante per giungere alla meta. Impossibile anche costruire ponti, cupole, archi e tunnel, o per lo meno non senza conoscere la quantità di materiale edilizio indispensabile per edificarli. Impossibile utilizzare strumenti di calcolo astronomici e astrofisici, o conoscere la distanza tra la terra e i corpi celesti, per non parlare delle loro dimensioni.

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La vita di Galileo e quella di Copernico, per intenderci, sarebbe stata decisamente più faticosa, e la nostra non di meno: luce, suono, ogni grandezza dotata di un periodo a forma sinusoidale non sarebbe misurabile né, forse, percepibile. Per non parlare della probabilità di analizzare un comportamento o calcolare la distribuzione di una probabilità: niente broker, sociologi, biologi e studiosi di qualsivoglia scienza.

Ma non pensiate di essere immuni dal potere del pi greco, solo perché la scuola non ha fatto, o non fa, al caso vostro: la costante matematica ha applicazioni un po’ ovunque, e sembra essere nascosta nella natura delle cose: nell’iride delle persone, nell’arcobaleno dopo la pioggia, nelle conchiglie e nelle spirali marine.

Per cui si mettano il cuore in pace tutti, studenti di matematica e romantici di tutto il mondo. Riconoscere, o conoscere per la prima volta, l’importanza del rapporto tra la circonferenza di un qualunque cerchio e il suo diametro è una cosa seria. Lo sapeva bene persino Einstein, che ne cercava i segreti tra le anse dei fiumi. E non si può dire certo che Albert fosse un uomo noioso.

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Se ancora non siete persuasi del fascino discreto di questa costante, provate a contare le lettere di queste parole “Che n’ebbe d’utile Archimede, da ustori vetri, sua somma scoperta? Umanitade incerta, infantile, che ad ogni progenie vede negato il divin vero. Ma non combatte già la terrena fragilità”.

No, non è un proclama di Feudalesimo e Libertà, ma una delle mille tecniche mnemoniche ideate dagli appassionati di pi greco per ricordarne il maggior numero di cifre possibili.

Il record lo detiene, al momento, un cinese: è Lu Chao, che il 19 novembre 2005 ha recitato ben 67.890 cifre esatte. Ci ha messo 24 ore e 4 minuti, e non 3 e 14, ma ci starà sicuramente lavorando.

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