“Problemi tecnici e organizzativi non mi hanno consentito di portare la sperimentazione anticancro anche in Italia”. Parole amareggiate, quelle del ricercatore Antonio Iavarone, coordinatore del team che, alla Columbia University di New York, sta studiando la terapia personalizzata contro il più aggressivo tumore del cervello, il glioblastoma. Sinora i dati sono incoraggianti: la sperimentazione di fase 1 è in corso in Francia, presso l’ospedale Salpetrière di Parigi, su 13 persone e si basa sul metodo sviluppato dal gruppo dell’italiano Iavarone.
”Sono risultati preliminari perché siamo a metà della sperimentazione e c’è ancora molto da capire, ma possiamo dire che si nota una riduzione del tumore”, ha detto il ricercatore, che in questi giorni è in Italia per partecipare a un incontro organizzato dall’Aspen Institute.
La ricerca – ha spiegato – ”è partita in Francia nel 2015 sotto la guida del neuro-oncologo Marc Sanson; finora vi partecipano 13 pazienti e nel complesso prevediamo di trattare 36 persone”. Il primo passo consiste nell’individuare, nel glioblastoma, le tracce della fusione di due proteine che lo scatenano, chiamate Fgfr e Tacc; se queste sono presenti, i pazienti vengono trattati con la molecola che le neutralizza.
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