Parla l'infettivologo sopravvissuto all'ebola: "La situazione è seria ma niente allarmismi"
Top

Parla l'infettivologo sopravvissuto all'ebola: "La situazione è seria ma niente allarmismi"

Fabrizio Pulvirenti lavora all'ospedale Umberto Primo di Enna: "Siamo in una situazione diversa rispetto a quella che conoscevamo fino a ieri"

Coronavirus
Coronavirus
Preroll

globalist Modifica articolo

22 Febbraio 2020 - 09.33


ATF

Ora la paura è tanta e si teme davvero: Fabrizio Pulvirenti, infettivologo dell’ospedale Umberto Primo di Enna, è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format “I Lunatici”, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta dal lunedì al venerdì dalla mezzanotte e trenta alle sei del mattino.
Pulvirenti, medico sopravvissuto a Ebola, ha dichiarato: “Le ultime 24 ore hanno segnato un cambiamento nella catena di contagio del Coronavirus. Siamo in una situazione diversa rispetto a quella che conoscevamo fino a ieri. Abbiamo contagiati di fase 2, contagiati da pazienti provenienti da Paesi in cui c’è un focolaio epidemico. Persone che sono state contagiate nel nostro territorio. Questo apre nuovi scenari, non a caso il Ministero ha varato misure più restringenti”.
Non è il momento di lasciar spazio all’allarmismo: “Bisogna lavorare con il massimo rigore scientifico. Evitare di pescare notizie dai social. Bisogna informarsi e prendere informazioni direttamente delle fonti autorevoli. Oms e Ministero della Sanità danno notizie certificate e validate. No agli allarmismi. Ognuno di noi ha il diritto di informarsi, ma occhio alle fonti. Cosa deve cambiare nello stile di vita degli italiani? Non ci sono chiare indicazioni legate a un cambiamento da apportare nello stile di vita a parte i quattro comuni lombardi che stanno gestendo la situazione seguendo la linea di indirizzo del Ministero. Il problema è che in Italia abbiamo una sanità frammentata a livello regionale. In questi casi bisogna che la voce sia unica e che la direttiva sia unica”.
Pulvirenti fu il primo italiano infetto da Ebola: “Accadde in Sierra Leone, lavoravo come volontario. Oggi non c’è più nulla di quella infezione, a parte il brutto ricordo. Sono virus profondamente diversi. Bisognerebbe fare chiarezza su alcuni termini che nella medicina hanno un significato e nella vulgata ne assumono un altro. In epidemiologia medica c’è una grande differenza tra letalità e mortalità”.
Sugli accorgimenti da adottare: “Starnutire dal gomito, lavarsi spesso le mani, adottare le misure di comune igiene individuale. Una delle misure più efficaci che possiamo mettere in atto è il lavaggio delle mani. Il Coronavirus non resiste all’ambiente esterno, non resiste né ai saponi né ai comuni disinfettanti. In mancanza di acqua si possono usare anche i comuni gel su base alcolica. Lavarsi correttamente le maniche è già importantis

Leggi anche:  Inchiesta mascherine, la Procura chiede 1 anno e 4 mesi di carcere per Domenico Arcuri: le accuse dei Pm
Native

Articoli correlati