L'esperto: "Dopo la pandemia sarà necessario ripensare a questa globalizzazione"

Il virologo dell'Università Statale di Milano Fabrizio Pregliasco: "Sono convinto che difficilmente si potrà tornare a un 'prima del coronavirus'".

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28 Aprile 2020 - 14.19


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Molti lo sospettano, ma è troppo presto per dire. Certo è che l’uomo dovrà toprnare ad avere un diverso rapporto con la natura e il pianeta.
Il coronavirus segnerà la fine della globalizzazione? “Eravamo abituati a scegliere una meta in tutto il mondo e viaggiare senza problemi, o a produrre principi attivi di un farmaco in Asia e finire di ‘assemblarlo’ in Europa. Questo modello col virus pandemico si è inceppato. E penso che in qualche modo arriveremo a una revisione della globalizzazione, che non potrà più essere come prima del coronavirus, anche e soprattutto dal punto di vista produttivo”.

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Lo ha affermato il virologo dell’Università Statale di Milano Fabrizio Pregliasco, convinto che difficilmente si potrà tornare a un ‘prima del coronavirus’.
“Abbiamo visto – continua Pregliasco – che il mondo che conoscevamo, il modo di produrre che conoscevamo, non ha retto l’impatto della pandemia. Penso che serva una revisione del modello di globalizzazione, anche dal punto di vista produttivo e anche per il pharma. Bisogna dire che da questo punto di vista in Italia abbiamo poli specializzati e strategici, penso a Siena per quanto riguarda i vaccini. Insomma, occorrerà ripensare a strategie produttive ‘a prova di pandemia’, per assicurare la produzione anche in caso di pandemia di beni ‘preziosi’ come i medicinali”, ma anche i dispositivi sanitari.

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