Il direttore di Lancet accusa: "L'occidente non ha preso sul serio i cinesi e ha trattato Covid-19 come un'influenza"

Richard Horton è da venticinque anni alla guida della prestigiosa rivista scientifica britannica: "Molti scienziati sono stati collusi con i politici e non hanno detto la verità, per proteggersi a vicenda"

Richard Horton direttore di Lancet
Richard Horton direttore di Lancet
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18 Giugno 2020 - 14.54


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Purtroppo è vero anche se l’Italia è stato il primo paese colpito ed in qualche modo è stato preso alla sprovvista. A differenza, ad esempio, del Regno Unito di Boris Johnson che ha lasciato aperto a lungo nonostante ciò che stava già accadendo in molti paesi europei.
“Se l’Italia avesse ‘chiuso’ il Paese una settimana prima, migliaia di vite sarebbero state risparmiate”.

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E’ quanto sostiene Richard Horton, 58 anni, da venticinque il direttore di Lancet, la prestigiosa rivista scientifica britannica e la più celebre al mondo.

Su quanto sta accadendo a Pechino, con la scoperta di un nuovo focolaio di Covid-19, Horton afferma che “in assenza di un vaccino e se non si rispettano le misure di sicurezza anti Covid 19, è inevitabile che avremo nuovi e continui focolai. Il virus è ancora tra noi, anche se facciamo finta di ignorarlo, perché i governi e le persone si sentono più rilassate. È un errore madornale”.

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Ma i governi cercano un equilibrio tra salute ed economia. “Sì -replica il direttore di Lancet – ma dall’ultima settimana di gennaio sappiamo della gravità di questa malattia. Il 30 dello stesso mese è arrivata l’allerta generale dell’Oms. Già allora i governi e i loro scienziati non agirono prontamente. Spero non riaccada”.

Anche gli scienziati hanno le loro responsabilità? “Certo, molti sono stati collusi con i politici e non hanno detto la verità, per proteggersi a vicenda. Inoltre, all’inizio, non hanno preso sul serio le allerte dei colleghi cinesi. Credevano che il loro lavoro non fosse all’altezza. Che fossero ‘inferiori’ a noi. Non è solo un fallimento politico, ma anche scientifico. C’è poi stata l’arroganza delle autorità occidentali. L’Europa, non toccata dalla Sars, ha commesso il grave errore iniziale di trattare il coronavirus come un’influenza, vedi Johnson e l’immunità di gregge. I leader europei sono stati negligenti. Il ritardo di Johnson sul lockdown è costato almeno la metà delle vittime totali nel Regno Unito per Covid-19 (25mila su oltre 50mila, ndr). È stato il più catastrofico in Europa”.

Però anche l’Italia in febbraio ha esitato almeno una settimana prima di innescare il lockdown. Quante vite si sarebbero potute salvare? “Diverse migliaia o anche di più -sostiene Horton- Questo è un virus con contagi esponenziali. Un ‘lockdown’ anticipato di una o due settimane può significare fino al 50% di vittime in meno”.

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La seconda ondata di Covid19 è inevitabile? “No, se ci comporteremo bene. Dobbiamo capire che questo virus non andrà via e che non torneremo alla normalità fino a quando non ci sarà un vaccino, per cui ci vorrà come minimo un anno. Ma i politici non lo dicono pubblicamente e così creano le condizioni per la seconda ondata, perché le persone conseguentemente si comportano in maniera scellerata”.

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