L'allarme dello Spallanzani: "Gli under-18 positivi al coronavirus sono quintuplicati"

Il direttore sanitario Francesco Vaia: "Negli ultimi 30 giorni, l'età media degli infetti è stimata intorno ai 47 anni. Un dato fortemente in calo rispetto alla media di 61 anni registrata da inizio pandemia". 

Il direttore sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia
Il direttore sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia
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12 Luglio 2020 - 08.49


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Da non sottovalutare: l’età media dei positivi al Covid-19 si sta abbassando: nell’ultimo mese i ragazzi under 18 infetti sono quintuplicati, passando dal 2% al 9,43% dei nuovi casi. Quasi uno su dieci. A lanciare l’allarme è il direttore sanitario dello Spallanzani di Roma, il dottor Francesco Vaia, raggiunto da Il Messaggero: “L’abbassamento dell’età nei nuovi positivi è evidente. Da un lato ci preserva da un incremento di casi gravi, dall’altro deve essere un campanello per invitare tutti a maggiore prudenza”. Negli ultimi 30 giorni, l’età media degli infetti è stimata intorno ai 47 anni. Un dato fortemente in calo rispetto alla media di 61 anni registrata da inizio pandemia. 

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Le preoccupazioni – “Ai giovani dobbiamo chiedere maggiore prudenza, perché per loro le conseguenze sono meno gravi”, continua Vaia, “ma se il virus continua a circolare rischia di raggiungere le persone più fragili. Il tasso di mortalità tra i giovani è molto basso: fino al 30 giugno sono decedute soltanto venti persone al di sotto dei 30 anni. A destare maggior preoccupazione infatti è la fascia di popolazione tra gli 80 e i 90 anni, dove la letalità arriva oltre il 40%. 

Il buon senso non funziona – Discoteche, tavolini all’aperto, piazze piene e assembramenti. Una serie di fattori che ha portato a far abbassare l’età media degli infetti. “Dovremmo fare attenzioni ai mesi invernali, quando torneremo nei locali chiusi”, avverte Vaia. Anche il governo prova a correre al riparo varando nuove misure per evitare il “liberi tutti”. Una situazione, quella della movida attuale, che stride con ciò che succede in aeroporti, stazioni e centri commerciali, dove mascherine e distanziamento sociale restano obbligatori e i controlli frequenti. Quando invece la prevenzione viene affidata al buon senso del singolo, sembra non funzionare come dovrebbe. 

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