Non è razzismo ma solamente una raccomandazione che è in linea con quello che il professore ha sempre detto, tant’è che è anche contrario all’apertura delle frontiere per chi arriva dagli Stati Uniti.
I migranti “tutti, indistintamente, vanno testati subito con il tampone appena sbarcano o arrivano in Italia. Bisogna bloccare sul nascere le situazioni a rischio”. Nel caso contrario il pericolo è “la diffusione a macchia d’olio del virus, che non se n’è mai andato, non ce lo dimentichiamo”.
A dirlo è il virologo Andrea Crisanti, direttore della Microbiologia e Virologia dell’università di Padova.
Secondo Crisanti, “sono gli asintomatici i più infettivi. Purtroppo, molto spesso, le infezioni circolano tra i giovani che trasmettono e infettano. Gli anziani invece si ammalano”. Per quanto riguarda il caso del centro di accoglienza di Jesolo, dove si è scoperto che il 30% degli ospiti era positivo, l’esperto sottolinea che “nei centri di accoglienza non si può accedere facilmente. Servono autorizzazioni dal ministero dell’Interno. Noi in passato avevamo fatto domanda di testare queste realtà – riferisce – ma da Roma non ci hanno mai autorizzato, o forse non ci hanno neppure risposto. E la cosa non ha avuto seguito. E quindi non siamo intervenuti. Era fine marzo”.
Il virus, avverte Crisanti, “non guarda in faccia nessuno e circola ovunque. Quindi dovevano essere testati pure i migranti. Non avevamo sospetti precisi, ma volevo monitorarli perché erano stati lasciati fuori dai controlli epidemiologici”.
Vietare gli ingressi dagli Stati Uniti
“Il ministro della Salute Roberto Speranza ha aggiornato il blocco dei Paesi a cui è vietato l’accesso nel territorio italiano e concordo sulla scelta di prevenzione. Ma credo che non abbia incluso gli Usa. E penso sia un grave errore, visto che è il Paese con più malati di Covid al mondo”. A dirlo, in un’intervista a ‘il Giornale”, è il virologo Andrea Crisanti, direttore della Microbiologia e Virologia dell’università di Padova.
Il pericolo oggi sembra quindi arrivare da oltre confine. “Noi ci scandalizziamo che un migrante sia positivo – osserva Crisanti – ma della pandemia dobbiamo solo ringraziare i cinesi che hanno ritardato la comunicazione dei dati e che hanno favorito il virus prima del blocco dei voli. Io non me le dimentico le drammatiche settimane di febbraio”.
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