Lopalco sull'aumento dei contagi: "Emerge la parte sommersa dell'iceberg"

L'epidemiologo dell'università di Pisa e consulente della Regione Puglia: "Se siamo bravi, non andremo a sbatterci contro".

Pier Luigi Lopalco
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21 Agosto 2020 - 10.33


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C’è da essere preoccupati? Sì, se si comincia a non rispettare le regole con l’idea che tutto sia finito e tutto sia permesso. No, se si lavora per tenere i focolai sotto controllo e torna l’attenzione su assembramenti, mascherine e igiene personale.

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“Quello che osserviamo oggi è esattamente quello che non potevamo vedere a gennaio”, e cioè “la famosa parte sommersa dell’iceberg” che viene “usato più volte come metafora per chiarire come un sistema di sorveglianza non riesca mai a catturare tutti i casi di infezione”. “Se siamo bravi, non andremo a sbatterci contro”.

Lo spiega Pier Luigi Lopalco, epidemiologo dell’università di Pisa e consulente della Regione Puglia per l’emergenza coronavirus, analizzando su Facebook l’andamento di Covid-19 in Italia.

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“La sensibilità di un sistema di sorveglianza può cambiare nel corso del tempo”, sottolinea l’esperto nello spiegare ciò che stiamo osservando in questa fase della crisi coronavirus. “Quella che riuscivamo a vedere a marzo non è la stessa fotografia che vediamo oggi”, evidenzia Lopalco postando immagini con cui “dimostro graficamente come la curva epidemica dei casi pugliesi, una volta esclusi i casi asintomatici e paucisintomatici, non si modifica quasi per nulla nella prima ondata, mentre cambia molto nelle ultime settimane. Se si escludono asintomatici e paucisintomatici, l’aumento dei casi recente fa meno paura”, commenta l’epidemiologo.

“Come al solito dobbiamo seguire attentamente l’evoluzione – precisa tuttavia Lopalco – perché tanti di questi casi potrebbero nei prossimi giorni trasformarsi da asintomatici in sintomatici”.

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