Miozzo avverte: "Le scuole devono riaprire, gli stadi possono aspettare"

Il coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico al Messaggero: "Potrà capitare che una scuola dovrà sospendere le lezioni perché ci sono dei positivi, ma vivere questi eventi con sangue freddo"

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30 Agosto 2020 - 14.49


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“Per noi la priorità è la scuola, ricominciare le lezioni. Il pubblico per gli eventi sportivi, mi spiace, non è una priorità, per il momento”. Così il coordinatore
del Comitato Tecnico Scientifico Agostino Miozzo, che in un’intervista a Il Messaggero assicura: con l’andamento attuale dell’epidemia, le scuole riapriranno il 14 settembre.

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“Se invece dovesse esserci un incremento dei casi più accentuato, dovremmo fare delle valutazioni qualche giorno prima, attorno al 10 o all′11 settembre. Magari potrà essere necessario essere prudenti nelle aree in cui dovesse esserci un’impennata di casi. Ma oggi la riapertura delle scuole è sostenibile”.

“Voglio essere molto chiaro: potrà capitare che una scuola, anche in Italia, dovrà sospendere le lezioni perché ci sono dei casi positivi”, ammette Miozzo. “Ma bisognerà vivere questi eventi con sangue freddo, senza drammatizzare, come fanno negli altri Paesi”.

Sulle mascherine, “sarà importante la video call con la parte europea dell’Oms” in programma lunedì, spiega. “Come Comitato, una linea l’abbiamo già indicata. Sotto i 6 anni nessuna mascherina. Nelle elementari solo negli spostamenti, quando ci si alza, quando si prendono i mezzi, ma non seduti sui banchi durante la lezione, a ginnastica o mentre si mangia. Per le medie e le superiori il principio è lo stesso”.

In merito ai molti ragazzi delle superiori che sono contagiati:

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“ciò che è successo in alcune situazioni è scandaloso. Stiamo pagando la superficialità di questi mesi. Come Cts avevamo detto chiaramente che le discoteche non andavano aperte e che, comunque, andava rispettata la distanza dei due metri”, sottolinea Miozzo. Sui mezzi di trasporto, abbiamo indicato il 75% come percentuale massima di riempimento dei mezzi. Se il governo vuole salire a 80 può farlo, è una scelta. Ma ogni volta che si alza l’asticella, ci si prende un rischio. Lo abbiamo visto con le discoteche”.

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