Continuano ad aumentare i casi di pazienti ricoverati per Covid19 in ospedale e in terapia intensiva, mentre il numero dei morti resta sostanzialmente stabile.
Come racconta bene Luciana Matarese sull’Huffingtonpost : nella settimana compresa tra il 9 e il 15 settembre la Fondazione indipendente Gimbe ha registrato un incremento del 26% nel numero dei contagiati ricoverati in ospedale – 2.222, 1.760 la settimana precedente) – e del 41% in quello dei pazienti spostati in terapia intensiva, saliti da 143 a 201. L’incremento dei nuovi casi si stabilizza – 9.837 da 9.964 – così come il numero dei morti – 70 da 72 – ma rispetto ai sette giorni precedenti risultano effettuati oltre 58.000 tamponi in meno – 370.012 contro 421.897, in termini percentuali un calo del 9,2% – mentre continua ad allargarsi il bacino dei positivi – 39.712 – e risale l’età media dei contagiati. Dato, quest’ultimo, che la Fondazione ritiene coerente con il progressivo incremento dei ricoverati con sintomi e di quelli in terapia intensiva.
Dal 21 luglio al 15 settembre i ricoverati con sintomi sono aumentati da 732 a 2.222 e i pazienti in terapia intensiva da 49 a 201. Circa tre quarti dei pazienti ricoverati si concentrano in 7 Regioni (74,3%): Lazio (453), Campania (295), Lombardia (263), Puglia (204), Emilia-Romagna (168), Sicilia (141) e Liguria (128). Il 74,1% dei pazienti in terapia intensiva si distribuiscono in 8 Regioni: Lombardia (29), Lazio (18), Campania (18), Sardegna (18), Emilia-Romagna (17), Sicilia (17), Toscana (17), Veneto (15).
Proprio alle Regioni si rivolge il presidente della Fondazione di Bologna, Nino Cartabellotta perché potenzino le attività di testing e tracciamento, aumentando il numero dei tamponi, mantenendo alta la guardia anche per l’impatto imprevedibile che la riapertura delle scuole può imprimere all’andamento della curva dei contagi. “Nell’ultima settimana – fa notare Cartabellotta – l’aumento dei nuovi casi appare stabilizzato”, ma “è verosimile che il numero sia sottostimato considerata la riduzione dei casi testati e l’ulteriore aumento del rapporto positivi/casi testati”. E anche se “si tratta di numeri ancora bassi e al momento non risultano segnali di sovraccarico dei servizi ospedalieri, il trend in costante aumento impone di mantenere la guardia molto alta, soprattutto in alcune Regioni”.
In particolare, in Liguria (9), Lazio (8), Sardegna (6,3), Campania e Puglia (5,4), regioni nelle quali, rispetto ad una media nazionale di 4 ospedalizzazioni per 100.000 abitanti, i tassi risultano più elevati.
Il fatto che nelle ultime due settimane l’età media dei contagiati sia risalita a circa 40 anni “dimostra – aggiunge il presidente – che i giovani asintomatici, quando vengono a contatto in ambito familiare con persone adulte e anziane, contagiano soggetti fragili che sviluppano sintomi e possono necessitare di ricovero ospedaliero, o addirittura in terapia intensiva”. Quindi, “davanti a questo scenario epidemiologico e clinico”, l’invito alle Regioni perché potenzino “senza indugi – conclude Cartabellotta – l’attività di testing e tracing, in evidente calo dopo il “boom dei tamponi” sui vacanzieri”.
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