Gimbe: "L'età media dei malati torna a salire perché i giovani asintomatici contagiano"

Continuano ad aumentare i casi di pazienti ricoverati per Covid19 in ospedale e in terapia intensiva, mentre il numero dei morti resta sostanzialmente stabile

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17 Settembre 2020 - 09.14


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Continuano ad aumentare i casi di pazienti ricoverati per Covid19 in ospedale e in terapia intensiva, mentre il numero dei morti resta sostanzialmente stabile.
Come racconta bene Luciana Matarese sull’Huffingtonpost : nella settimana compresa tra il 9 e il 15 settembre la Fondazione indipendente Gimbe ha registrato un incremento del 26% nel numero dei contagiati ricoverati in ospedale – 2.222, 1.760 la settimana precedente)  – e del 41% in quello dei pazienti spostati in terapia intensiva, saliti da 143 a 201. L’incremento dei nuovi casi si stabilizza – 9.837 da 9.964 – così come il numero dei morti – 70 da 72 – ma rispetto ai sette giorni precedenti risultano effettuati oltre 58.000 tamponi in meno – 370.012 contro 421.897, in termini percentuali un calo del 9,2% – mentre continua ad allargarsi il bacino dei positivi – 39.712 – e risale l’età media dei contagiati. Dato, quest’ultimo, che la Fondazione ritiene coerente con il progressivo incremento dei ricoverati con sintomi e di quelli in terapia intensiva.    

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Dal 21 luglio al 15 settembre i ricoverati con sintomi sono aumentati da 732 a 2.222 e i pazienti in terapia intensiva da 49 a 201. Circa tre quarti dei pazienti ricoverati si concentrano in 7 Regioni (74,3%): Lazio (453), Campania (295), Lombardia (263), Puglia (204), Emilia-Romagna (168), Sicilia (141) e Liguria (128). Il 74,1% dei pazienti in terapia intensiva si distribuiscono in 8 Regioni: Lombardia (29), Lazio (18), Campania (18), Sardegna (18), Emilia-Romagna (17), Sicilia (17), Toscana (17), Veneto (15).

Proprio alle Regioni si rivolge il presidente della Fondazione di Bologna, Nino Cartabellotta perché potenzino le attività di testing e tracciamento, aumentando il numero dei tamponi, mantenendo alta la guardia anche per l’impatto imprevedibile che la riapertura delle scuole può imprimere all’andamento della curva dei contagi. “Nell’ultima settimana – fa notare Cartabellotta – l’aumento dei nuovi casi appare stabilizzato”, ma “è verosimile che il numero sia sottostimato considerata la riduzione dei casi testati e l’ulteriore aumento del rapporto positivi/casi testati”. E anche se “si tratta di numeri ancora bassi e al momento non risultano segnali di sovraccarico dei servizi ospedalieri, il trend in costante aumento impone di mantenere la guardia molto alta, soprattutto in alcune Regioni”. 

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In particolare, in Liguria (9), Lazio (8), Sardegna (6,3), Campania e Puglia (5,4), regioni nelle quali, rispetto ad una media nazionale di 4 ospedalizzazioni per 100.000 abitanti, i tassi risultano più elevati.

Il fatto che nelle ultime due settimane l’età media dei contagiati sia risalita a circa 40 anni “dimostra – aggiunge il presidente – che i giovani asintomatici, quando vengono a contatto in ambito familiare con persone adulte e anziane, contagiano soggetti fragili che sviluppano sintomi e possono necessitare di ricovero ospedaliero, o addirittura in terapia intensiva”. Quindi, “davanti a questo scenario epidemiologico e clinico”, l’invito alle Regioni perché potenzino “senza indugi – conclude Cartabellotta –  l’attività di testing e tracing, in evidente calo dopo il “boom dei tamponi” sui vacanzieri”.

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