Ippolito, Spallanzani: "Ancora non vediamo gli effetti della scuola, i giovani devono essere prudenti"

Il direttore scientifico del Lazzaro Spallanzani e componente del Comitato tecnico scientifico: "Mantenere le misure tornando a casa quando non è possibile un adeguato distanziamento".

Giuseppe Ippolito
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20 Settembre 2020 - 08.45


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Da preoccuparsi? No. Ma ci vuole tanta prudenza. “La circolazione del virus è diffusa su tutto il territorio nazionale, con focolai di dimensioni variabili, in molti casi associati ad attività sociali e ad assembramenti. Gli spostamenti per attività ludiche e ricreative non sono ancora finiti, anche se molto ridotti. Bisognerà aspettare qualche settimana. Ma questo non significa che con la fine delle vacanze e il rientro in città il rischio automaticamente diminuisca soprattutto se si viene meno all’impegno civico e sociale di mantenere vivo il rispetto delle misure di distanziamento e l’utilizzo scrupoloso delle mascherine evitando assembramenti urbani, con l’effetto di trasmissione locale”.

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Lo afferma Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani e componente del Comitato tecnico scientifico.
“In effetti stiamo assistendo da qualche settimana ad un incremento significativo dell’età mediana alla diagnosi. L’ipotesi è che si stia verificando un modello di trasmissione che coinvolge i contatti familiari tra diverse fasce d’età. Per gestire questo problema è necessario costruire un modello di relazione tra le generazioni basato sul rispetto delle regole”, continua Ippolito.

“Solo così si potranno ridurre i rischi senza rinunciare a una interazione tra giovani e anziani. È un nuovo patto tra generazioni: i giovani debbono essere prudenti a scuola rispettando le regole e mantenere le misure tornando a casa quando non è possibile un adeguato distanziamento”.
“È troppo presto per valutare l’effetto della scuola. È stata aperta solo da pochi giorni e neanche in tutte le regioni. Bisognerà aspettare per valutarlo – aggiunge Ippolito – In tutto il mondo si stanno attuando lockdown circoscritti ad aree limitate in presenza di segnali di allerta che indicano un aumento rilevante della trasmissione locale”.

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