Ippolito ci riporta alla triste realtà: faremo i conti con la pandemia per tutto il 2021

"Le misure messe in campo sono le uniche armi che abbiamo per contenerla. Ma vanno applicate bene e serve la collaborazione di tutti"

Ippolito
Ippolito
Preroll AMP

globalist Modifica articolo

5 Novembre 2020 - 08.48


ATF AMP

”Dovremo fare i conti con questa pandemia  per almeno tutto il 2021. Le misure messe in campo sono le uniche armi che abbiamo per contenerla. Ma vanno applicate bene e serve la  collaborazione di tutti”.
Lo dice, intervistato dal Corriere della  Sera, Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani di  Roma, componente del comitato tecnico scientifico (Cts). E sulle nuove misure restrittive dichiara: ”L’obiettivo è semplice, ridurre la  circolazione del virus con le sue conseguenze sulla salute delle  persone e fare in modo che il sistema sanitario riesca a reggere la  pressione dei ricoveri e rispondere al fabbisogno di letti in terapia  intensiva. Se non si riesce a stabilizzare il trend dei contagi  qualunque sforzo sarà inutile. Tutti i Paesi si stanno muovendo così,  mettendo in sicurezza la tenuta della sanità per garantire cure non  solo ai malati di Covid”.         
”Qualunque provvedimento – osserva Ippolito – può essere risolutivo o inutile, dipende da come viene applicato. Si possono emanare le  disposizioni più restrittive, ma se ognuno di noi non è diligente nel  rispettarle non serviranno a un granché”. ”Si è sempre cercato –  spiega – di prendere decisioni appropriate, proporzionate e  sostenibili dal punto di vista economico e sociale. Col senno di poi  si sarebbe potuto fare di più? Possibile. In estate avremmo dovuto  essere più cauti e non andare in discoteca o in piazzetta per  l’aperitivo? Possibile. Ma la situazione attuale non è solo  dell’Italia, è uno scenario comune. Tutta Europa è zona rossa”  
”Questo virus ha un vantaggio su di noi – spiega  Ippolito – Nei primi giorni dell’infezione agisce in maniera  assolutamente non controllabile perché si è contagiosi per 2-3 giorni  prima dell’insorgenza dei sintomi e spesso si rimane asintomatici ma  in grado comunque di infettare altre persone. Test, tracciamento,  isolamento sono le uniche contromisure ma se il numero dei casi sale  oltre un certo livello il sistema di tracciamento salta e allora  occorrono azioni di mitigazione e contenimento aggressive come quelle  che abbiamo messo in campo”.         
Ippolito riferisce poi che Anthony Fauci, il virologo americano, “ha  già detto che dovremo fare i conti con questa pandemia per almeno  tutto il 2021 cercando di tenerla sotto controllo. Io – afferma il  direttore scientifico dello Spallanzani – sono d’accordo. I primi  vaccini e cure più efficaci di quelle attuali, soprattutto gli  anticorpi monoclonali, potrebbero essere disponibili tra la fine di  quest’ anno e l’inizio del prossimo. Poi bisognerà distribuirli e  renderli accessibili a tutta la popolazione mondiale. Un compito  organizzativo e logistico che non può essere realizzato in poche  settimane”.        Quanto alla possibile scomparsa del virus dopo aver creato l’immunità  di gregge, Ippolito è dubbioso: “Sappiamo ancora poco del Sars-CoV-2.  Abbiamo visto che tende a non mutare e questo potrebbe essere positivo nell’ottica di un vaccino, ma 10 mesi sono decisamente troppo pochi  per escludere che possano prendere piede in futuro mutazioni  significative. Sull’immunità vale lo stesso discorso. A oggi i casi di reinfezione sono pochi, eppure non possiamo escludere che l’immunità  acquisita dopo l’infezione possa esaurirsi dopo qualche mese”.   

Top Right AMP
FloorAD AMP
Exit mobile version