L'Iss lancia l'allarme: "Servono criteri chiari per le scelte in terapia intensiva"

L'istituto si sanità superiore ha pubblicato il documento "Decisioni per le cure intensive in caso di sproporzione tra necessità assistenziali e risorse disponibili in corso di pandemia da Covid-19"

Corsia d'ospedale
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20 Novembre 2020 - 11.56


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Il Comitato etico dell’Istituto superiore di sanità, ha avviato una consultazione sul documento ‘Decisioni per le cure intensive in caso di sproporzione tra necessità assistenziali e risorse disponibili in corso di pandemia da Covid-19’.

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In situazioni di emergenza, spiega il comitato, possono crearsi situazioni particolarmente gravi di squilibrio tra risorse disponibili e necessità, ed è indispensabile avere dei criteri di riferimento per operare scelte particolarmente difficili.

“La deontologia medica – scrive nell’introduzione nella nota introduttiva Carlo M. Petrini, direttore dell’Unità di Bioetica e presidente del Comitato etico dell’Iss – pone al centro la persona malata che il medico deve curare, privilegiando il criterio terapeutico. Esso prende in considerazione anche l’urgenza e la possibilità di riuscita. L’etica centrata sulla persona non trascura la dimensione sociale: in particolare, promuove l’equità, al fine che ogni paziente abbia uguali possibilità di accesso. L’etica centrata sulla persona, però, rifiuta di anteporre l’utilità sociale al bene della persona”.

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Il documento si basa sui principi etici e giuridici del diritto alla salute, di uguaglianza e pari dignità sociale, di solidarietà, universalità ed equità, di autodeterminazione. E indica gli elementi per la valutazione clinica della probabilità di successo del trattamento intensivo. Il documento – si ricorda – fa seguito alle ‘Raccomandazioni di etica clinica per l’ammissione a trattamenti intensivi e per la loro sospensione’ pubblicate dalla Siaarti il 6 marzo 2020, ed è frutto di una riflessione allargata ad altre componenti (giuridiche, medico-legali), nonché di una rivisitazione critica delle esperienze maturate sul campo durante la prima ondata della pandemia a livello italiano e internazionale, oltre che delle riflessioni deontologiche, etiche e bioetiche suscitate dalla pandemia.

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