La Sardegna ha uno scudo naturale contro il virus: una ricerca dell'Università di Cagliari

L'assetto genetico dell'aplotipo esteso, tipico dei sardi risulterebbe protettivo nei confronti dell'infezione

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24 Novembre 2020 - 09.03


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La popolazione sarda avrebbe uno scudo naturale contro il Coronavirus: un assetto genetico che risulta protettivo nei confronti dell’infezione.

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Come scrive Stefano Ambù dell’Ansa infatti, le persone che presentano “l’aplotipo esteso” caratteristico della popolazione sarda, una sequenza ancestrale di geni, sembrerebbero non ammalarsi di Covid-19.

Sono i primi risultati del progetto di ricerca, denominato Corimun, coordinato da Roberto Littera, immunogenetista, Marcello Campagna, docente di Medicina del lavoro, Andrea Perra, docente di Patologia generale e Luchino Chessa, docente di Medicina interna, tutti dell’Universitá degli Studi di Cagliari, che si avvalsi del contributo di Silvia Deidda e Goffredo Angioni, rispettivamente pneumologa e infettivologo dell’ospedale Santissina Trinità di Cagliari.

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Anche gli ultimi dati confermano il sospetto. Sardegna colpita, ma non affondata dal Covid: mortalità bassa, intorno al 2%, la metà rispetto alla media nazionale. E indice Rt tra i migliori d’Italia.

Anche la positività agli anticorpi anti-Sars-CoV-2 nella popolazione sarda, pari allo 0.3%, secondo i dati Istat del 3 agosto, poneva la Sardegna agli ultimi posti in Italia come popolazione entrata in contatto con il virus. Provvedimenti e misure speciali ok. Ma gli studiosi stanno iniziando a chiedersi se esistano fattori biologici particolari. D’altra parte c’è anche un paese, Villagrande Strisaili, in Ogliastra, che detiene il record di longevità. Ed è ormai dimostrato che la popolazione sarda, a seguito dell’insularità, presenta caratteristiche genetiche omogenee e peculiari.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Frontiers in Immunology, ha preso in considerazione persone infettate dal Sars-CoV-2, di cui oltre il 20% con malattia polmonare medio-severa e il restante asintomatico o pauci-sintomatico. Il gruppo dei pazienti è stato confrontato con un gruppo di controllo di individui sani. Dal lavoro è emerso un dato molto interessante, che concorre a giustificare la scarsa circolazione del virus: nella popolazione degli individui infettati è assente quello “scudo”, quella particolare combinazione di numeri e lettere, che invece sembra proteggere gli altri. Tra le altre caratteristiche studiate, è risultato avere un effetto protettivo il fatto di essere portatori di beta-talassemia (gene mutato che determina la talassemia o anemia mediterranea) e aver effettuato la vaccinazione influenzale nella passata stagione. Di contro, il favismo, dovuto alla carenza dell’enzima G6pdh e molto diffuso in Sardegna, può determinare effetti più pesanti in un paziente positivo al Covid-19

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