Lo sdegno di Ippolito: "In Italia 600 morti al giorno e la cosa non interessa nessuno".

Il direttore scientifico dell'Istituto Spallanzani di Roma non nasconde le preoccupazioni: "Ciò che accadrà a gennaio lo decideremo noi"

Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell'Istituto Spallanzani di Roma
Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell'Istituto Spallanzani di Roma
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13 Dicembre 2020 - 15.32


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Parole piene di rammarico: “Se una cosa ho imparato da questa pandemia è che non vi è nulla di sicuro. Non possiamo sicuramente escludere la terza ondata della pandemia, ma sappiamo tutti quali sono i comportamenti da adottare per evitarla o almeno per ridurne l`impatto. Ciò che accadrà a gennaio lo decideremo noi”. 

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Lo ha detto in un’intervista a Inews24.it Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani di Roma.

“Tre giorni fa – ha continuato Ippolito – quando le Germania ha fatto registrare 590 morti su una popolazione superiore agli 80 milioni di abitanti, la cancelliera Merkel è andata in televisione a implorare i tedeschi di seguire le regole. In Italia, che di abitanti ne ha 20 milioni in meno, abbiamo una media di 600 morti al giorno dall’inizio di novembre e la cosa sembra non interessare nessuno”.

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E su una probabile scarsa adesione degli italiani ad una campagna vaccinale contro il Covid, il diretto ha concluso: “Io sono convinto che nei primi mesi avremo il problema opposto: tutti vorranno essere vaccinati perché sarà l’unico mezzo per provare a tornare ad una vita normale. Proprio per questo sarà essenziale comunicare bene che la definizione delle categorie e dei soggetti che riceveranno prioritariamente il vaccino è frutto di attenta analisi dei rischi basate su dati scientifici. I primi saranno gli operatori sanitari e sociosanitari, i residenti e i lavoratori delle RSA, e le persone di età superiore agli 80 anni”.

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