Anche Miozzo si arrende: "Se non calano i contagi, le scuole non riaprono a gennaio"

Il coordinatore del Cts: "I prefetti stanno lavorando per far tornare il 75% dei ragazzi a scuola il 7 gennaio, ma la curva deve scendere"

Agostino Miozzo
Agostino Miozzo
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18 Dicembre 2020 - 08.33


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Il coordinatore del comitato tecnico-scientifico Agostino Miozzo ha parlato con preoccupazione della riapertura delle scuole, auspicata da molti per il 7 gennaio per il 75% degli alunni.

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L’alto numero di contagi e di decessi però preoccupa: “Riapertura della scuola a rischio per il 7 gennaio se la curva dei contagi da coronavirus dovesse schizzare verso cifre insostenibili. Le indicazioni sono di preoccupazione per questa disgraziata curva. Oggi – spiega – siamo vicini ai 20mila contagi e ai 600 morti al giorno, le prossime 3 settimane saranno fondamentali perché rischiamo di tornare a 40mila casi al giorno oppure scendere. Se saremo bravi e riusciremo a scendere, l’inizio dell’anno nuovo consentirà la riapertura delle scuole”.

“E’ stata data indicazione alle prefetture di fare dei tavoli di coordinamento – ha aggiunto Miozzo – e i prefetti stanno lavorando veramente bene e stanno creando i presupposti affinché il 75% dei ragazzi delle scuole superiori possa tornare a scuola il 7 gennaio, ma è ovvio che se la curva epidemica schizza verso cifre insostenibili, anche questa data viene messa in discussione. Quindi è auspicabile che quella curva continui a scendere”.
“Abbiamo più volte detto che noi diamo indicazioni di carattere scientifico, poi spetta al governo e ai governatori locali la decisione più appropriata per quello specifico territorio. Noi diamo delle indicazioni e le nostre indicazioni sono di grande estrema preoccupazione per l’andamento della curva epidemica”, ha spiegato Miozzo, sottolineando: “Adesso bisogna declinare queste preoccupazioni in reazioni e in interventi che devono essere realizzati e quindi zona rossa o zona arancione ma in tutti i casi ridurre la mobilità, ridurre gli incontri e ridurre tutte le possibilità di diffusione. La curva è ancora ad alto rischio i numeri sono troppo elevati”.

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