Crisanti: "Il Veneto ha usato la zona gialla per dimostrare che erano bravi ma sono aumentate le infezioni"

Il professore ordinario di microbiologia all'Università di Padova critica Zaia: " Sono state applicate misure come i tamponi rapidi, che non sono adatti hanno permesso che molte Rsa si infettassero"

Zaia e Crisanti
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7 Gennaio 2021 - 11.44


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Speriamo di no: “Se è iniziata la terza ondata “lo sapremo tra una settimana o due”. Così a Buongiorno, su Sky Tg24 Andrea Crisanti, professore ordinario di microbiologia all’Università di Padova. “In questo momento – ha proseguito – i dati che abbiamo sono tutti falsati dal numero di tamponi fatti, che in queste settimane hanno avuto un andamento erratico a causa delle festività. Per capire quello che è successo durante le vacanze dovremo aspettare sette o otto giorni”.
Sulle misure anticovid adottate Crisanti ha detto che “abbiamo imparato che le zone rosse funzionano, mentre le zone gialle funzionano meno bene, specialmente se la zona gialla applica misure di sorveglianza e contenimento sbagliate, come ad esempio il Veneto che è rimasto zona gialla e questo è stato considerato come una specie di premio, una medaglia, un lustrino con cui dimostrare che si era bravi. Sono state applicate misure di sorveglianza basate sui tamponi rapidi, che di fatto non sono adatti a questo scopo, e hanno permesso che la maggior parte delle Rsa del Veneto si infettassero. Per proteggere comunità come anziani e ospedali non si possono utilizzare test rapidi, che hanno una sensibilità del 30%, ogni dieci positivi ne mancano tre. Una volta che una persona infetta entra dentro fa una strage”.

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