Il biologo Severinov: "In Russia non c'è solo Sputnik e la gara tra vaccini è disgustosa"

Il direttore del polo scientifico di Mosca: "È in corso una guerra dei vaccini, ma c'è in gioco la vita delle persone. Conquistare l'accesso a qualcosa di lucrativo chiama per forza in causa la politica"

Konstantin Severinov
Konstantin Severinov
Preroll AMP

globalist Modifica articolo

31 Gennaio 2021 - 11.11


ATF AMP

Konstantin Severinov, direttore del Centro di ricerche biologiche Skoltech a Skolkovo, il polo scientifico e tecnologico di Mosca parla del vaccino russo più conosciuto e utilizzato, nonostante non sia l’unico presente nel paese: “Sputnik non è il solo vaccino sviluppato in Russia: è il più famoso, o più controverso, secondo il punto di vista”.

Top Right AMP

“Utilizza come vettore un adenovirus, analogo al prodotto di AstraZeneca/Oxford University. È basato su un virus, ma benigno: strutturato geneticamente per introdurre nell’organismo la proteina S che compone la famosa corona del coronavirus. Da inizio dicembre Sputnik è a disposizione di tutti in Russia, dopo essere stato distribuito a determinate categorie come medici, insegnanti, militari. Viene esportato in diversi Paesi, in particolare in Argentina. Non può essere somministrato ai minori di 18 anni, ma per gli adulti non ha limiti di età”.

Il secondo vaccino russo è EpiVacCorona, prodotto da Vector a Novosibirsk: è simile a Novavax, sviluppato con il sostegno dello Us National Institute of Health. “Ha attraversato tutti i test clinici, ma i risultati non sono ancora stati pubblicati mentre quelli dei test di Sputnik, che lo indicano come efficace e sicuro, sono usciti su The Lancet. C’è poi un terzo vaccino, che è appena stato registrato: è sviluppato dal Centro di vaccinologia Chumakov, dal nome dello scienziato che per primo diede al mondo il vaccino della poliomelite, poi sviluppato negli Usa”.

Dynamic 1 AMP

In Occidente la velocità con cui Sputnik è stato testato è stata criticata, sollevando dubbi sulla sua efficacia. “Sputnik o altri vaccini russi non sono stati sviluppati più rapidamente di quelli cinesi, americani o di AstraZeneca. È stato un “testa a testa”. I russi hanno registrato il loro prima di completare i test clinici: presumibilmente perché la registrazione era necessaria a produrre quello stesso vaccino utilizzato nelle ultime fasi dei test. È in corso una guerra dei vaccini, il che è piuttosto disgustoso perché qui è in gioco la vita delle persone. E ci sono più persone che vaccini. Conquistare l’accesso a qualcosa che è limitato e potenzialmente lucrativo chiama inevitabilmente in causa la politica”.

 

FloorAD AMP
Exit mobile version