Viola: "Preoccupata dall'aumento dei contagi tra i bambini, per loro non abbiamo il vaccino"

L'immunologa dell'Università di Padova: "I monoclonali non sono una via di salvezza. Io nel governo? Non mi esprimo ma sono pronta ad aiutare"

L'immunologa Antonella Viola
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9 Febbraio 2021 - 10.18


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L’immunologa dell’università di Padova Antonella Viola ha fatto il punto sul virus in Italia, soffermandosi soprattutto sull’aumento dei casi tra i bambini.

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“In Inghilterra e in Israele si è visto un aumento dei contagi nei bambini. Se il virus Sars-CoV-2, magari a causa della diffusione di alcune sue varianti, è più contagioso, è ovvio che anche i bambini che finora erano stati protetti possono essere a rischio. Sono preoccupata, perché non abbiamo vaccini per i bambini e fino ai 16 anni non possiamo proteggerli”.

Quanto agli anticorpi monoclonali, l’immunologa ha precisato che non rappresentano una “via di salvezza” contro Covid-19. “Sono un farmaco ancora da sperimentare”, e “dovrebbero essere utilizzati in trial clinici, randomizzati e controllati. Non sappiamo se effettivamente siano efficaci: i dati che abbiamo a disposizione sono ancora molto limitati, a fronte di un farmaco estremamente costoso e molto complesso da utilizzare”.

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“Non dobbiamo dare false comunicazioni”, ha ammonito: si tratta di un farmaco che “va sperimentato e in questo momento va usato in persone che abbiano il contagio da pochi giorni e siano a rischio di sviluppare una forma severa. Sappiamo che sui pazienti gravi non funziona”.

“Non è la via per la salvezza e non lo può essere, perché funziona per prevenire i casi gravi – ha aggiunto la scienziata – Non possiamo usare un farmaco così costoso e difficile da utilizzare su tutte le persone che si ammalano. Bisogna fare ricerca per capire quali sono i soggetti che possono davvero beneficiare di questa terapia e poi usarla in maniera mirata. Non è ancora il momento di usarli come terapia”.

Infine sull’ipotesi di un incarico nel governo Draghi ha risposto: “Su questo non mi esprimo. Ho i miei progetti su cui sto lavorando, poi se ci fosse da dare una mano potrei darla. In che forma e in modo è tutto da valutare. Certamente questo è un momento delicato, in cui tutte le persone che possono dare il proprio contributo penso siano ben liete di farlo”.
Ma ha ricevuto telefonate? “Io non rispondo ai numeri non registrati, quindi ho una ventina di chiamate perse al giorno – replica sorridendo – Comunque no”.

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