Anche Palù d'accordo sulla chiusura degli impianti da sci: "La terza ondata è vicina"

Dobbiamo "rinunciare per qualche settimana ai cambi di colori".

Giorgio Palù
Giorgio Palù
Preroll AMP

globalist Modifica articolo

15 Febbraio 2021 - 09.25


ATF AMP

Una interessante spiegazione sul Corriere della Sera di Giorgio Palù,  presidente dell’agenzia italiana del farmaco (Aifa): “Se terremo a bada il virus nei prossimi due tre mesi, forse usciremo dal raggio della sua minaccia. Le infezioni respiratorie raggiungono il picco in inverno e in primavera estate si mitigano. Dobbiamo aver fiducia. Spingendo sulla vaccinazioni e rinunciando per qualche altra settimana ad attenuazione di colori e tentazioni di riaperture”.

Top Right AMP

“La terza ondata”, continua, “si può evitare. Siamo in una fase discendente della curva epidemica, anche se lenta. Non è il momento di distrazioni”, così come non è il caso di riaprire, scuole comprese: “Mi dispiace dirlo, anche gli impianti sciistici potrebbero costituire un rischio. Sappiamo da 4-5 studi che l’infezione, a prescindere dalle mutazioni, ha una certa prevalenza tra 12-19 anni e poi tra 19 e 5o anni. Quindi andrei cauto con la ripresa di scuole superiori e università. Sarebbe ideale poter spostare il calendario in avanti, quando il quadro sarà migliore”. Una buona notizia sembrerebbe arrivare dall’efficacia degli attuali vaccini sulle varianti, più contagiose e che provocano un numero maggiore di decessi e ricoveri, specie quella inglese che diverrà, secondo molti, predominante: “La variante inglese, scoperta a settembre 2020 nel Kent, ha una serie di mutazioni nella proteina Spike, che il virus utilizza per attaccare le cellule. È più contagiosa del 20-40% rispetto al ceppo cinese, ma non più letale. I vaccini hanno come bersaglio la Spike ma tutti gli immunizzati in Gran Bretagna non si sono reinfettati quindi la risposta è sì, funzionano”. Allo stesso modo, le varianti provenienti da Brasile e Sud Africa sono molto simili a quella inglese, quindi “presentano altre mutazioni sulla proteina Spike. Contro di loro i vaccini perdono un po’ di efficacia, in particolare quello di AstraZeneca. Però anche il preparato dell’azienda anglosvedese protegge dalle forme più gravi della malattia e dagli eventi mortali. Tanto che il governo sudafricano, che aveva bloccato la campagna di profilassi con questo vaccino, sta tornando indietro”.

“Da virologo vorrei rassicurare”, spiega il presidente di Aifa. “Il virus ha tutto l’interesse a farci sempre meno danni. Il suo scopo è diventare endemico, restare con l’uomo per sempre, visto che ormai la specie umana è diventata il suo serbatoio naturale. Siamo i suoi ospiti prediletti. Lui è un parassita delle nostre cellule, non ha vita autonoma, non vuole eliminarci perché in questo modo si estinguerebbe. Sarà importante studiare tutti i suoi geni per capire fino a che punto si adatterà e quanto tempo impiegherà a smettere di farci paura. Il vaccino in realtà è indicato per tutte le età ma forse, considerata la carenza di dosi, non sarebbe sbagliato suggerirne l’uso fino ai 65 anni. Tanto più che studi successivi a quelli raccolti nella sperimentazione dimostrano che dopo la prima dose l’efficacia dell’AstraZeneca aumenta dal 60 all′80% alla 12ma settimana”.

Dynamic 1 AMP

Poi, parlando della campagna vaccinale, Palù prende come esempio il caso Israele, dove metà della popolazione è immunizzata: “la pandemia è crollata. Significa che la profilassi vaccinale funziona. E parliamo di un Paese dove circolano tutte le varianti note”. Ed evidenzia: “II virus ha tutto l’interesse a farci sempre meno danni. Il suo scopo è diventare endemico, restare con l’uomo per sempre, visto che ormai la specie umana è diventata il suo serbatoio naturale. Siamo i suoi ospiti prediletti. Sarà importante studiare tutti i suoi geni per capire fino a che punto si adatterà e quanto tempo impiegherà a smettere di farci paura”.

FloorAD AMP
Exit mobile version