L'infettivologo Menichetti: "Molti non vogliono più fare il vaccino AstraZeneca ma non ci dobbiamo fermare"

Il primario di Malattie infettive all'ospedale di Pisa: "Necessario che le istituzioni indaghino in fretta e comunichino in modo chiaro le informazioni. No ad alimentare fenomeni di resistenza alle vaccinazioni"

Francesco Menichetti, primario di Malattie infettive all'ospedale di Pisa
Francesco Menichetti, primario di Malattie infettive all'ospedale di Pisa
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12 Marzo 2021 - 17.05


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Ora c’è una ondata di panico e molti dimenticano che ogni giorni ci sono 380 morti che non spavantano più nessuno.
“Nel Regno Unito hanno somministrato 10 milioni di dosi del vaccino AstraZeneca e non è stato segnalato un decesso correlato all’immunizzazione. E’ un dato solido e non è taroccato, non sono emersi eventi trombotici o embolie polmonari. Sul lotto sequestrato in Italia occorre fare subito chiarezza, capire se ci sono stati problemi nella preparazione e durante la distribuzione. Un lavoro doveroso ma tempestivo perché non possiamo bloccare le vaccinazioni e dobbiamo evitare di alimentare l’esitazione. Un fenomeno che, rispetto al vaccino AstraZeneca, da ieri sta aumentando”.
 Lo ha detto Francesco Menichetti, primario di Malattie infettive all’ospedale di Pisa.
“In questi casi se si sbaglia la comunicazione si crea un effetto boomerang sulla popolazione, come sta appunto accadendo – racconta il virologo – Mi stanno arrivando decine di chiamate di persone che, prenotate per fare AstraZeneca, non lo vogliono fare o hanno molta paura. Un atteggiamento comprensibile dopo la notizia dei decessi, ma in medicina non dobbiamo ragionare sulla scia del sensazionalismo. Per questo è necessario che le istituzioni indaghino in fretta e comunichino in modo chiaro le informazioni. Non dobbiamo alimentare fenomeni di resistenza alle vaccinazioni – conclude – in un Paese che, purtroppo, sta facendo una gran fatica a immunizzare la sua popolazione”.

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