L'immunologo Mantovani tranquillizza su AstraZeneca: "Aspettiamo altre analisi"

Alberto Mantovani sull'ulteriore approfondimento: “bene che si analizzino tutti i dati disponibili su possibili eventi avversi in giovani donne, a protezione della salute pubblica”

Alberto Mantovani, docente di Humanitas University
Alberto Mantovani, docente di Humanitas University
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6 Aprile 2021 - 09.03


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La notizia della correlazione tra i casi di trombosi verificatesi dopo la somministrazione del siero AstraZeneca ha scatenato una serie di reazione da parte degli esperti del settore.
Per l’immunologo Alberto Mantovani è un “bene che si analizzino tutti i dati disponibili su possibili eventi avversi in giovani donne, a protezione della salute pubblica”. 
Dal suo punto di vista i casi gravi di trombosi osservati in relazione al vaccino AstraZeneca “potrebbero essere forse causati, secondo una recente pubblicazione, dalla formazione di autoanticorpi, come succede, in rarissimi casi, durante trattamenti con eparina”; “se confermata, l’osservazione potrebbe guidare la diagnosi e la terapia di questi, pur molto rari, eventi avversi”.
Mantovani sottolinea che “per ora l’analisi condotta da Ema sul vaccino Oxford AstraZeneca ha rassicurato sul fatto che non causi un aumento della frequenza di tromboembolia, aspettiamo ulteriori analisi”.
Quindi il professore dell’Istituto Humanitas di Milano aggiunge: “I dati indicano che in alcune categorie di soggetti fragili il vaccino può funzionare un po’ meno bene: dobbiamo vaccinare sicuramente le persone fragili, ma anche studiare come proteggerle al massimo, quindi capire quando vaccinarle, individuare quali fra di loro hanno una risposta maggiore o minore”, pertanto “dobbiamo accompagnare la vaccinazione con programmi di ricerca che permettano di rispondere sempre meglio alle loro esigenze.
In questo senso sono in corso studi collaborativi fra diversi istituti che avranno probabilmente il sostegno del ministero della Salute”.
Anche secondo l’ematologo Pier Mannucci le trombosi in caso di vaccinazione con AstraZeneca sono un fenomeno da investigare ma, aggiunge, “noi per il momento aspettiamo le indicazioni di Ema, non ci sono elementi per far una scelta del genere.
I benefici di AstraZeneca superano di gran lunga i rischi: il Covid è un pericolo infinitamente superiore”.      
“Le trombosi riguardano la coagulazione del sangue, interessano le vene profonde della gamba e dei polmoni, colpiscono in Italia 60 mila persone all’anno, con un’incidenza di un caso su 1000”, rappresentano “una patologia cardiovascolare comune”.
Mentre “le trombosi venose cerebrali sono invece un fenomeno molto più raro, un caso ogni 1-2 milioni di abitanti” quindi” non c’è nessun rapporto con ictus e infarto, che sono trombosi delle arterie”.
Tuttavia, osserva Mannucci, “colpisce il fatto che una forma di trombosi già rara di per sé, segnalata in persone che avevano ricevuto il vaccino, sia associata a emorragie causate dalla diminuzione di piastrine” ed “è una circostanza che in tanti anni non avevo mai osservato”.
“Proprio la diminuzione delle piastrine – chiarisce Mannucci – ha generato il sospetto di un possibile legame con la vaccinazione in Germania, 31 casi su 2,7 milioni, è un fenomeno nuovo da investigare”.
“In Gran Bretagna – conclude – ci sono stati 30 casi su 18 milioni di vaccinati con AstraZeneca: l’incidenza delle trombosi rare non è aumentata”.

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